Non so in quanti si stanno rendendo conto del grande cambiamento che sta avvenendo a livello planetario. Le stelle lo annunciano, proprio oggi, giorno del solstizio in luna crescente in cui Giove (l’amplificatore) si allinea con Saturno (il Dio del Karma, delle grandi lezioni di vita) che ci introduce nell’era dell’Acquario, tanto citata in alcuni testi antichi: sta avvenendo, dopo quasi ventiseimila anni quella che è stata definita la precessione degli equinozi, cioè si sta passando da un’era verso un’altra era. L’ultima volta che è accaduto un fatto del genere è stato circa nel 7 secolo avanti Cristo, l’epoca dei Pesci.
Non ha importanza se qualcuno creda o no a queste rare congiunzioni astrali epocali, la verità è che accadono e basta. Per le persone coscienziose (con coscienza attenta) tutto ciò, oltre a non essere un caso, è persino motivo intenzionale di cambiamento e di rottura con il passato per rivolgersi ad un futuro nuovo. Non si tratta di promettere grandi cose a se stessi, ma di essere intenzionati a modificare alcuni aspetti della propria esistenza e di prepararsi (perché avverrà) al grande cambiamento.
Walnut è particolarmente utile per chi è facilmente influenzato da legami familiari, dalle convenzioni sociali, dalle abitudini del passato e non è in grado di avere la forza per rompere con il passato e le idee altrui.
Aiuta a dissipare qualsiasi fascinazione, illusione o sortilegio che tiene legato l’individuo al passato.
Tratto da “Repertorio delle essenze floreali” di P. Kaminski e R. Katz
Ne approfitterei di questo fiore di Bach così adatto ad oggi, a questo periodo, al momento di grande transizione che stiamo vivendo a livello umano e planetario. E’ valido per tutti i grandi passaggi nella vita, la nascita come la morte (anche interiore), gli avanzamenti di carriera, la fine o l’inizio di un rapporto. Come spiegano i coniugi Katz – Kaminski, Walnut aiuta a seguire la Stella del Destino.
Non aggiungo altro e lascio che le energie di questo fascinoso periodo di opportunità al cambiamento parlino da sole.
Buon Solstizio
Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com
Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione
Se trovi i miei scritti interessanti ed utili puoi contribuire con una donazione su paypal
C’è una forte analogia tra quello che sta succedendo alle persone e quello che accade al pianeta oggi. Da quando questa pandemia ha luogo c’è stata un’inversione di marcia: le aree più inquinate del pianeta si sono (o si stanno) ripulendo – persino in pianura si respira aria buona – mentre il virus attacca nello specifico i polmoni delle persone.
I polmoni sono gli organi principali dell’apparato respiratorio, forniscono ossigeno ed eliminano l’anidride carbonica dal sangue; hanno la stessa identica funzione degli alberi. Solo che in questo momento forse gli alberi stanno tirando un sospiro di sollievo mentre noi, umani, soffriamo e persino moriamo. La necessità vuole che restiamo chiusi, isolati, con pochi se non nulli rapporti umani e persino ravvicinati. I polmoni sono governati dal chakra del cuore, come ho già detto in altri articoli.
Osservo questo periodo vedendo alcuni aspetti della situazione attuale: costretti alle chiusure, a forti restrizioni, a isolamenti, al cambio drastico della quotidianità e penso : non possiamo non riflettere su noi stessi, ogni situazione oggi porta ad una riflessione personale. Invece che tentare di fuggire alle normative, per una volta, cerchiamo di soffermarci a riflettere cosa ci fa correre e scappare di continuo, fuori di casa, al lavoro, tra le persone.
Questa quarantena corrisponde al periodo che precede la Pasqua -sarà mica un caso ???- … come ne risorgeremo? Ne usciremo più comprensivi, più sensibili, più accoglienti? O saremo ancora più spietati di prima? Saremo felici di incontrare il prossimo o desidereremo ancora la sua morte? Saremo interiormente “rallentati” e riflessivi o torneremo come frenetici pazzi? Saremo predisposti all’accoglienza, ad aprire le braccia verso l’altro o ci imbronceremo alla minima piccolezza insignificante? Saremo di nuovo egoisti o saremo diventati altruisti?
Siccome la Natura fa il suo corso e il virus – che ne fa parte – pure, stavolta tocca a Lei. Tocca a lei decidere e a noi stare alle sue di regole.
Emotivamente, per sostenerci e per riflettere, propongo qualche rimedio floreale specifico in questo tempo di quarantena così da valutare la differenza tra il prima e il dopo. Premetto che ognuno di essi NON COSTITUISCE TERAPIA MEDICA NE’ IN ALCUN MODO IN SOSTITUZIONE DI ESSA, si tratta di rimedi floreali che lavorano da un punto di vista emozionale e per il sostegno psichico.
per chi è suscettibile all’isteria di massa, facilmente influenzabile dai mass media e dalle notizie suggestive e pessimistiche: tanto per cominciare evitate programmi e telegiornali o giornali sul tema … RED CLOVER (FIORE CALIFORNIANO) assumere in diluizione più volte al giorno per ripristinare un atteggiamento calmo e stabile.
per chi si fa facilmente influenzare dall’esterno (Tg, voci vere o presunte ecc… ) da colleghi, parenti: WALNUT (FIORE DI BACH) per rafforzare il proprio pensiero a discapito degli influssi di idee altrui che sono attorno. E’ necessario ragionare con la propria testa.
per chi si sente deteriorato interiormente, frammentato, distrutto, perso, disorientato: ECHINACEA (FIORE CALIFORNIANO) per ripristinare l’integrità dell’Io, questo rimedio è molto, molto efficace per non perdere se stessi. Ricordiamoci che l’Echinacea è un valido rimedio per aumentare le difese immunitarie (come idroalcolico o in pastiglie).
per chi è facilmente influenzabile, ha incubi notturni o sogni disturbati, una vita caotica o nel caos: CHAPARRAL (FIORE CALIFORNIANO) per purificare la psiche da traumi, incubi, pensieri caotici.
per chi è particolarmente pauroso, sensibile e debole psichicamente e con scarsa vitalità fisica ed emotiva: GARLIC (FIORE CALIFORNIANO) … l’allium sativum … l’aglio, si sa, tiene lontani i vampiri! Garlic può aiutare sia chi è naturalmente debole a livello di sistema immunitario con tendenza a infezioni parassitarie intestinali, sia chi ha predisposizioni verso le “possessioni” di forme pensiero negative.
WILLOW (FIORE DI BACH): evitiamo il vittimismo durante le pandemie che di tutto c’è bisogno tranne che di essere vittime di se stessi! Utilizzate Willow per diventare responsabili!
Alcuni di questi rimedi possono sembrare molto simili l’uno con l’altro, ma sono sicura che leggendoli capiterà che qualcuno risuoni o richiami più di un altro. Seguite l’istinto.
Teniamoci occupati nel capire chi siamo e cosa vogliamo in questo momento di “tregua” dalla quotidianità, dalla frenesia. Anche una malattia può indicarci chi siamo e cosa vogliamo. Diamo ascolto alla parte più profonda di noi stessi (STAR TULIP – FIORE CALIFORNIANO) per riemergere con una maggiore centratura.
Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com.
Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione
Se trovi i miei scritti interessanti ed utili puoi contribuire con una donazione su paypal
Mi sveglio di notte e, nonostante il buio, mi accorgo che gira tutto … giramento di testa raro, ma potente. Torno a dormire; il mattino seguente quando suona la sveglia e apro gli occhi, la testa ancora non s’è fermata di girare, mi alzo e mi rendo conto di non riuscire a stare in piedi, ho bisogno di un appoggio e lo trovo con la parete a fianco del letto. Lo stomaco completamente sottosopra e la prima cosa che penso è: un virus. Poi lo so, no si tratta di un virus. Perchè il mal di testa in realtà viene dallo stomaco che è in subbuglio da giorni. Pensieri, elaborazioni, soluzioni e velocità, velocità di pensiero e di azione al lavoro perchè non ci si può fermare, c’è tanto da fare. Rivedo con la memoria un ex collega che anni addietro ha avuto gravi problemi di salute, assente dal lavoro per mesi; in cuor mio so perfettamente che cosa era successo, quello che chiamano burn out. Una serie di eventi che hanno scatenato quello che razionalmente non si riesce a sopportare e la sensazione di non avere vie d’uscita: una parte del corpo ne subisce le conseguenze, dimostrandolo, mettendo ko la persona; ma questo è l’unico modo che il corpo ha di comunicare che è giunta l’ora di fermarsi per rimettersi in sesto.
Lo stress da lavoro è per la maggior parte delle volte un’ansia da prestazione: si vuole dimostrare quanto si è capaci per ricevere un’approvazione. Quando si da tanto ci si aspetta che qualcuno dica “Bravo” e quando si incappa in “perdite” o errori lavorativi – che normalmente esistono e fanno parte dell’apprendimento – non si vuole accettare la critica. Bisognerebbe essere così capaci e bravi da staccarsi da qualsiasi opinione e fare quello che si sa fare al meglio, senza aspettativa alcuna. Se in coscienza propria si sa onestamente tutto quello che si è fatto per raggiungere un buon risultato, allora non si deve niente a nessuno. E non ci si deve aspettareniente da parte di nessuno. Lo scopo è stato raggiunto, il “Bravo” ce lo siamo detti da soli anzi, magari anche: “Ottimo lavoro!”
Sentirsi meritevoli di un riconoscimento non significa esserne dipendenti né tanto meno supplicarlo o elemosinarlo.
Così le manifestazioni da stress da lavoro possono essere molteplici. La testa spesso è quella che rimane “intrappolata” nel sistema perchè non si capacita di non avere un riscontro, una spiegazione, una motivazione … così sballa, ma chi sballa in realtà è quel terzo chakra carente di meritevolezza, di autostima e di potere personale sufficiente da smettere di cercare l’approvazione altrui. Il mal di stomaco crea la sua morsa per comunicarci che dobbiamo smetterla di elemosinare, un gesto che fondamentalmente ci fa vomitare, non ci rende degni.
Come uscirne fisicamente? Prendersi del tempo (tanto non si riesce ad andare al lavoro in quelle condizioni) e mettersi in pace a letto, sul divano, senza programmi futuri anche immediati e senza pensieri di DOVER fare qualcosa, qualsiasi cosa. Occupatevi dello stomaco prima che della testa, la testa ne è solo una conseguenza, il sistema degli occhi infastiditi dalla luce, idem. Mani appoggiate sullo stomaco e portate in profondità la parola CALMA. Fermatevi con tutto e comunicate solo il termine CALMA adesso. La milza, lo stomaco hanno bisogno di calma, di relax, di smettere di affrontare ogni giorno delle maschere.
In abbinamento assumere qualche goccia pura di Rescue Remedy nel giro di pochi minuti, le prime gocce a distanza ravvicinata poi allungate il periodo ogni dieci, quindici, venti minuti, mezz’ora. Abbinate Scleranthus e Walnut successivamente, meglio anche abbinare la formula YES (Yerrow Environmental Solution) dei fiori Californiani per depurarsi da ogni tossina sia fisica che da radiazioni (lavorare nei centri commerciali in particolare si subisce questo tipo di radiazioni tramite video, cellulari, luci led, persone); consiglio vivamente di tenere sempre con sè questo rimedio importantissimo e prenderlo quasi costantemente.
Walnut serve per restare centrati e protetti, Scleranthus aiuta nella stabilità: la recapita direttamente al terzo chakra in balìa del maremoto riportando assestamento quasi immediato. Anche in questo caso assumere di frequente due o tre gocce per il periodo come sopra.
Non fatevi spaventare troppo dalle reazioni fisiche che il corpo vi manda, cercate piuttosto di capire quali sono le reali motivazioni che procurano il malessere. In cuor vostro sapete cosa vi infastidisce, cosa non piace, cosa vorreste fosse diverso.
La pratica sopra descritta richiede una buona mezza giornata per il fisico di ristabilirsi e di ritrovare la sua centratura, in fondo è da giorni, settimane o forse mesi che “regge” e ha bisogno della sua valvola di sfogo e del suo tempo per riprendersi. Abbiate inoltre cura di tenere la testa al fresco, nel vero senso del termine, aria fresca, soprattutto se inverno evitare nei primi momenti la vicinanza con termo o stufe, lasciare ossigenare il cervello inspirando aria fredda. Riposate, dormite, prendetevi un giorno.
L’ autunno è un momento importantedi passaggio, introduce a un periodo di riflessione, di osservazione e valutazione, di azione interiore più che esteriore. La calura estiva lascia spazio alla giusta via di mezzo fresca e piovosa per portarci verso l’inverno. C’è necessità corporea, fisica, mentale, di rigenerazione, di intimità, di buio per riscoprirsi poi alla luce. Noi non lo sappiamo ma il nostro corpo sì, così come la natura lo sa. Personalmente il cambio autunnale mi ha sempre portato disagio, un tanto di nostalgia verso quella luce che andava calando e l’idea del freddo; inoltre tutti quegli insetti – cimici, cavallette, insettuncoli vari tipici della stagione e fastidiosi (più delle zanzare!) che invadono le case; foglie che volano a terra sul suolo bagnato danno l’idea di decadenza … Un fastidio più che una stagione!
Poi negli ultimi anni sono riuscita a riappacificarmi con questo strano periodo di mezzo, l’ho capito: ho iniziato a notare i colori e tutte le sfumature di rosso e di giallo, persino di marrone delle piante. Ho visto quanti fiori in autunno ci sono ancora. Ho imparato a riconoscere gli alberi dalla forma e dal colore del tronco oltre che dalla forma della chioma dai rami spogli, irriconoscibili rispetto a quando si riempiono di foglie. Ho notato che se la natura si ferma, un motivo ci sarà. Ogni tanto è necessario fermarsi e raccogliere idee ed energie. L’autunno è una partenza verso l’ignoto buio invernale e i suoi regali.
Ma ho anche notato che l’autunno è esattamente come la primavera! Sono entrambi momenti di passaggio e di preparazione: la primavera introduce all’estate, al sole, trasporta verso l’inizio della vita e non per nulla le ore di luce vanno ad aumentare, tempo di calore; l’autunno prepara al buio invernale, tempo di freddo, introduce all’introspezione, alla morte. Autunno e primavera hanno in seno gli equinozi, quel breve momento in cui le ore del giorno eguagliano quelle della notte, il pieno equi – librio.
autunno e primavera insieme
Lavorando a contatto con fiori, piante e bulbi, vi dirò anche che a settembre si possono compiere le stesse operazioni di giardinaggio che si compiono durante la primavera, vale a dire: impianto di bulbi (ma di diverse tipologie), trapianti da vaso a vaso, trapianti da vaso a terra, semina dei prati (anzi, in questo caso il mese autunnale è migliore della primavera). Vediamoli da vicino:
Bulbi: i bulbi sono di due varietà, i bulbi autunnali – piantati in settembre/ottobre che sbocceranno in primavera – e quelli primaverili – piantati in primavera – che sbocceranno nell’estate. I bulbi sono la sorpresa della primavera, i primi fiori a sorgere dopo l’inverno insieme ad altre poche specie arbustive da fiore come la Forsithya e il biancospino (Crataegus Oxyacantha). Se ci soffermiamo a pensare ai bulbi, si tratta in realtà di fiori sepolti! Non sono da bagnare nel periodo invernale se messi in vaso, rischiano di marcire. Solo quando si comincia a vedere una testina verde, allora sì, è necessario iniziare a bagnare la terra per dare sostegno e nutrimento al fiore che verrà. Il colore sgargiante e il profumo dei bulbi primaverili da proprio inizio alla grande festa della nuova vita, della primavera!
Piante da vaso: i migliori periodi per i travasi sono l’ autunno e la primavera, si prepara la pianta (sia da interno che da esterno) ad un periodo di maggiore “stabilità” che è il periodo estivo o invernale, entrambi momenti di fermo vegetativo. Se vi trovate a travasare una pianta da vaso a vaso il consiglio è di procedere sempre con un vaso non troppo grande rispetto a quello precedente: non esagerate con le misure per il semplice fatto che le radici, abituate alle pareti del vaso piccolo, se si trovano uno spazio eccessivo vanno in stress, hanno bisogno di abituarsi lentamente ad un ambiente più spazioso. La natura è lo specchio degli esseri umani: di primo acchito una situazione favorevole e ben agiata sembrerebbe l’ottimale, ma se non abituati, rischia di “bruciare” subito la nuova condizione.
Se invece il trapianto è da vaso a terra, ok per l’autunno. Spesso sento domandare se non sia contro producente trapiantare in autunno per via dell’affacciarsi dell’inverno. In realtà le piante da esterno non temono l’inverno di per sé, ma temono – e muoiono – se il freddo raggiunge le radici quindi, coprire bene con la terra fino al colletto della pianta e non lasciare vuoti nel sottosuolo che potrebbero riempirsi di aria o acqua fredda; o a causa di correnti fredde: in questo caso non esporre semplicemente le piante in zone di corrente.
La Natura mostra un cambiamento nel periodo autunnale, essa si spoglia, ma è uno spogliarsi che rende forti perché affronta il freddo prima di riprodursi, prima di ripartire con un ennesimo ciclo vegetativo. Persino le piante da appartamento risentono di questo cambio. La famiglia dei Ficus è una delle prime a risentirne (il ficus e le piante da interno sono particolarmente sensibili!): perde parte delle foglie nonostante non si trovi esposto al freddo, ma ugualmente subisce il “fascino” dell’autunno! In questo caso tenete i Ficus maggiormente esposte davanti ad una finestra (luce, luce, luce!) e nel periodo autunno – inverno non bagnatele tanto. Concime liquido meglio del granulare per questo tipo di pianta, mentre per quelle da esterno, che siano frutti, siepi o cespugli meglio un granulare a lenta cessione.
Piante da terra: anche per le piante da terra (trapianti da vaso a terra) questo è il momento migliore. L’importante è coprire bene sino al colletto della pianta e assicurarsi che la terra attorno alle radici sia ben pigiata senza lasciare spazi vuoti in cui possa entrare aria o acqua fredda. Si potrebbe dire che la terra è la “coperta” delle radici di una pianta, che sono la parte più sensibile e addette al nutrimento. Da questo momento in avanti suggerisco di limitare le bagnature e di lasciare fare la natura con le sue umide nebbie autunnali e le piogge, salvo cambiamenti climatici stravaganti in atto (assenza totale di piogge e caldo). Ottimo concimare con concimi granulari a lenta cessione: un buon nutrimento invernale.
Per i trapianti in generale: se vogliamo che le condizioni future della pianta siano ulteriormente ottimali, il consiglio è di trapiantare in tempo di “radici”, vale a dire osservare il calendario e mettere a dimora nei giorni dei segni di terra: Toro, Vergine, Capricorno. Questo favorirà un buon radicamento.
Semina dei prati: in molti pensano sia la primavera il periodo migliore per seminare il prato, in realtà è l’autunno e uno dei fattori principali è che in autunno piove! Una volta seminato un prato, previa la dovuta lavorazione, l’erbetta nuova non ci metterà molto a fare capolino e soprattutto andrà incontro ad un clima più fresco e piovoso il che, per il neo prato, è ottimale, decisamente meglio che non andare incontro ad un’estate calda, torrida e per questo opprimente anche se ci si premura di un buon impianto di irrigazione. Il freddo invernale poi non farà altro che “temprare” l’erbetta nuova e rafforzarla preparandola così al futuro.
L’inizio di un nuovo ciclo
Per chi non fosse ancora affezionato o abituato a questo momento dell’anno che da un punto di vista numerologico chiama il 7 (settembre), numero dell’evoluzione spirituale e il 9 (novembre), numero del compimento e della chiusura di un ciclo, posso consigliare alcuni fiori di Bach per un uso personale:
Walnut: utile per i cambi di stagione, per assimilare la fine di un ciclo e accogliere l’inizio di un altro; è il fiore dei momenti di passaggio evolutivo sia personale che stagionale. Walnut rompe i vecchi legami, le abitudini per abbracciare il nuovo, ma anche e soprattutto slega da tutto ciò che proviene dall’esterno per condizionarci mentalmente e favorisce il pensiero autonomo e indipendente. A settembre si riparte con tutto: il lavoro, le scuole, i corsi. Insomma è proprio come la primavera, un novo inizio!
Scleranthus: per ristabilire l’equilibrio degli opposti, del giorno con la notte, luce e ombra, vita e morte, l’oscillazione tra due opzioni. Il fiore ristabilisce la priorità assoluta tra ciò che dice la mente e ciò che sa il cuore. E’ un ottimo rimedio per chi soffre di bipolarismo. Inoltre in questo periodo dell’anno aiuterà la ghiandola pineale a ristabilire un equilibrio di melatonina nel caso ci fossero problemi di dormiveglia dovuto al momento in cui la luce viene a mancare.
Angel’s Trumpet (fiore californiano): quando ci si avvicina al periodo dei morti o a situazioni che ci tengono legate a chi è trapassato, questo rimedio è fondamentale per portare una profonda accettazione della separazione nel cuore. Spesso, inoltre, non ci si rende conto di restare aggrappati a chi non c’è più: il rischio è quello di smettere di vivere la propria vita pensando inconsciamente in questo modo di poter espiare la dipartita di un nostro caro; in questo caso le vite spezzate diventerebbero due. La propri di Vita, quando c’è, va vissuta.
Sweet Chestnut: come non introdurre un fiore tipicamente autunnale come il castagno? Anch’esso, la cui fioritura si riempe di tutto il sole estivo, introduce allo scoramento del buio invernale che alcune persone vivono. E’ il rimedio che aiuta a rivedere la luce, quella luce accumulata nel pieno dell’estate: utile in momenti di profondo sconforto esistenziale, sia a causa di una perdita, sia a causa di mancanza di visione di un futuro migliore e positivo.
A tutti, un buon cambio di stagione: cerchiamo di cambiare qualcosa in meglio anche dentro di noi insieme a questo autunno e a questo equinozio, così cambierà in meglio anche il mondo esterno.
fotografie coperte da copyright di Silvia e Giulia Malagoli
Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com.
Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione
Se trovi i miei scritti interessanti ed utili puoi contribuire con una donazione su paypal
Rieccoci a parlare della Cinipide del castagno, ma stavolta, a differenza del mio precedente articolo, vorrei dare delle soluzioni pratiche per chi vorrà sperimentare e metterle in pratica.
Ma riassumiamo prima di partire: la Cinipide (Dryocosmus kuriphilus) detta anche cinipide galligena per via delle galle che procura sulla foglia del castagno (Castanea Sativa) è un insetto proveniente dalla Cina che, probabilmente grazie ai trasporti globali delle merci è passato in Giappone, in Corea, negli Stati Uniti, in Europa e ovviamente in Italia, stabilizzandosi in primis in Piemonte, nei primi anni 2000.
Il problema che crea la Cinipide è grave in quanto ovidepone le uova all’interno delle gemme del castagno; quando l’insetto si schiude e si libera nell’aria, il danno è fatto: le gemme sono danneggiate irreparabilmente il che significa che la futura foglia si vede impossibilitata ad attuare la fotosintesi clorofilliana, inoltre si rischia la perdita del frutto, ultimamente costosissimo proprio a causa dell’ insetto galligeno.
La Cinipide è pericolosa quanto interessante a mio avviso nonostante i danni che procura: si riproduce per partenogenesiil che significa che l’insetto femmina riproduce da sola la specie (100-150 uova nell’arco di un anno) senza aver bisogno di accoppiarsi, l’ovulo non viene fecondato dal maschio!
Gli adulti compaiono, usciti dalla gemma in cui sono stati ovideposti, tra la fine di maggio e luglio. Durante la fine del periodo estivo le femmine, completamente adulte e sviluppate, sono pronte e fertili per una nuova covata.
Come contrastare la Cinipide del Castagno?
Con i fiori di Bach e i fiori Californiani. Si acquistano i seguenti Rimedi floreali:
per i fiori di Bach:
Crab Apple
Walnut
Chicory
Sweet Chestnut
Chestnut Bud
Rock Water
per i fiori Californiani:
Calla Lily
Quince
Supponendo che la diluizione venga fatta in 150 litri di acqua, sarà necessario fare una diluizione dei Rimedi floreali sufficiente per almeno 10 trattamenti (che inizieranno nel mese di Aprile e andranno avanti sino ad Ottobre). Acquistate quindi un flacone da 500 ml in plastica, se possibile con tacche segnalate come da foto, cosicché sarete più avvantaggiati durante le diluizioni che farete per i presupposti 150 litri.
Acquistate i fiori di Bach e fiori Californiani sopra elencati (i prezzi cadauno variano dai 9 euro agli 11 euro per i primi e dai 13 ai 15 euro per i secondi). I Fiori si acquistano in erboristeria, farmacia, parafarmacia. I Fiori Californiani probabilmente andranno prenotati dalla vostra farmacia/erboristeria di fiducia.
Per ogni tipologia di Rimedio floreale mettete 35 gocce all’interno del flacone di plastica, aggiungete acqua (meglio se presa fresca da fonte di montagna – da EVITARE assolutamente acqua distillata) fino alla tacca che indica 500 e dinamizzate 30 volte il tutto: battete sul palmo della vostra mano il flacone ben chiuso – assicurarsi della doppia chiusura del flacone che acquistate – contando di 10 in 10 fino a 30, cioè battete per 3 volte il flacone contando fino a 10.
Avete ora il prodotto finito, da conservare rigorosamente in luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore e di luce. Al momento opportuno diluite 1 decima parte (1 tacca da 50 ml) nei 150 litri di una botte con erogatore a spruzzo ed erogate su foglia.
Quando e come fare i trattamenti?
Se il tempo lo permette iniziare ad Aprile con una continuità ogni 20 giorni. Meglio che non piova possibilmente nell’immediato dopo aver effettuato il trattamento, almeno per 24 ore. Se dovesse piovere in un lasso di tempo così stretto, il trattamento sarebbe meglio rifarlo.
Mi rendo conto che trattare dei castagni, soprattutto adulti, non sia facile in quanto le stesse dimensioni o i luoghi in cui vivono queste piante, i boschi, non sono favorevoli per essere raggiunti con una botte da 150 litri, ma vista la situazione penso ne valga comunque la pena di provare se si ha la possibilità. Eventualmente anche su piante più piccole o di medie dimensioni che hanno già riscontrato il problema della Cinipide galligena.
Alla fine dei trattamenti fatemi sapere l’esito riscontrato sui castagni, la vostra testimonianza è preziosa.
Esiste l’antagonista del Castagno, il Torymus sinensis, l’unico predatore della Cinipide in grado di debellare l’insetto che tedia i castagni. Il Torymus sinensis però non è un insetto della biodiversità mediterranea che peraltro rischia di andare persa per i più svariati motivi, quindi non sappiamo al momento se questo insetto porterà danni nei boschi o nelle colture a lungo termine e se, tra dieci o vent’anni, non sarà un ennesimo problema di insetto dannoso che non ha a sua volta predatori naturali. A mio avviso è sempre un rischio introdurre specie non autoctone in un contesto naturale di biodiversità in quanto la biodiversità risponde a leggi di equilibri delicati e intrinsechi l’uno nell’altro; basta poco per fare saltare la naturale catena alimentare e creare situazioni ambientali di squilibrio a cui poi, solitamente si risponde o chimicamente o pensando solo ed esclusivamente a risolvere il problema nell’immediato e senza lungimiranza.
Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com.
Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione
Se trovi i miei scritti interessanti ed utili puoi contribuire con una donazione su paypal
L’agrimonia eupatoria è un’erbacea comune di campo, perenne, che raggiunge un’altezza di circa settanta centimetri. I fiori sono riuniti in spighe di colore giallo che compaiono in estate; la si può trovare dalla pianura alla collina, lungo il ciglio delle strade e ai margini dei boschi. Ha proprietà terapeutiche astringenti, antinfiammatorie, emostatiche ed analgesiche e per questo motivo viene utilizzata per contrastare emorragie, perdite ematiche, diarrea e disturbi del fegato, infiammazioni della gola e delle vie urinarie, reumatismi e artriti; è cicatrizzante. Nell’antichità l’agrimonia era usata come rimedio contro i morsi dei serpenti. Nei rimedi di Bach, Agrimony (il termine agrimonia probabilmente trova la sua radice in acrimonia che significa = acredine, asprezza d’animo, astio, acidità) è il Rimedio associato al tormento interiore nascosto da una facciata di falsa spensieratezza e di allegria. Nello stato negativo le personalità Agrimony si tengono tutto dentro, non amano litigare o fare discussioni, a volte c’è anche il timore di parlare ed esprimere la propria opinione per paura di fare trapelare realmente chi si è. È interessante come la segnatura dell’agrimonia indichi esattamente questo aspetto della personalità dato dai capolini dei fiori che, quando sfioriscono, sono rivolti completamente all’ingiù’, verso la parte più interna del fiore, come a ricadere su se stessi.
Di fondo, la personalità Agrimony, ha una mancata accettazione di se, una sfiducia tale che pensa di non valere delle proprie lamentele o dei conflitti interiori che tiene ben nascosti e che tenta di sopprimere nonostante in realtà siano piuttosto evidenti. Così come non ama manifestare le proprie angosce, non ama nemmeno i conflitti e piuttosto si diletta in una situazione di quieto vivere anche per lungo tempo, spesso fino a quando qualche evento drammatico e inevitabile fa crollare quel flebile velo d’ipocrisia che tentava di tenere in piedi, facendo finta di nulla. Si scoprono così gli “altarini”, quel profondo malessere a cui non si è dato ascolto, ora è manifesto. La personalità Agrimony fondamentale crede che, “uscendo dal proprio guscio”, gli altri possano giudicarlo e allontanarlo: per questo motivo ha sviluppato inconsciamente la tendenza a nascondersi dietro una facciata simpatica o di persona apparentemente senza mai alcun problema. Il punto cruciale è che teme di essere rifiutato. Agrimony, nello stato positivo, è un Rimedio liberatorio: si leva la maschera, il velo si alza per mostrare la propria identità – personalità. Si esprime la propria opinione, inizia un dialogo aperto, ci si manifesta senza temere un giudizio. Ci si accetta anche per altri aspetti della personalità, quelli che solitamente si temono di mostrare e la tematica del rifiuto viene sostituita dalla fiducia di mostrarsi, dall’accettazione. Il senso d’inadeguatezza si riduce, uno stato di calma interiore si fa avanti, la paura di mostrarsi negli aspetti che meno piacciono, è sostituita dalla presa di coscienza che nessuno è perfetto, o meglio, che si è perfetti esattamente come si è. La condizione Agrimony risiede nelle buie profondità dell’animo umano, non è così palese, è ben nascosto e non vuole emergere, tende all’occulto. Nonostante in alcuni casi la maschera del disagio sia piuttosto evidente (abuso di alcol e droghe, dipendenze varie), il malessere interiore della personalità è direttamente proporzionale alla sua manifestazione. Assumendo questo Rimedio si può notare un cambiamento già nel timbro della voce, un modo di parlare più disinvolto e aperto.
Crab Apple
Il melo selvatico è una pianta appartenente alla famiglia delle rosacee. È un albero che raggiunge un’altezza massima di dieci metri in condizioni ottimali, ma in prevalenza assume la forma di un cespuglio o di piccolo alberello; molto rustico, cresce pressoché su qualunque terreno. Ha foglie caduche e fiorisce tra aprile e maggio; i frutti sono piccoli pomi di tre, quattro centimetri di diametro. I frutti arrivano a maturazione tra luglio e ottobre, contengono zuccheri, pectina e tannino e la buccia è ricca di vitamine A, B, C. I fiori hanno una corolla di cinque petali le cui sfumature vanno dal bianco al rosa. Probabilmente la pianta del melo selvatico è l’albero pi antico e dal quale sono derivate tutte le altre varietà di melo. La sua coltivazione risale all’età della pietra, fatto testimoniato dal ritrovamento di reperti fossili. Crab Apple è in assoluto uno dei Rimedi fondamentali utilizzato in floriterapia per l’ambiente. Da un punto di vista personale, Crab Apple risponde alle tematiche dell’ordine, della purezza, della perfezione. Il Dott. Bach descrive così questo Rimedio:
“ E’ il rimedio di depurazione … questo rimedio risana le piaghe se il paziente ha motivi per credere che qualche veleno sia introdotto e debba essere espulso.”
Crab Apple personifica la metafora di Adamo ed Eva e del peccato originale. Questa idea di peccato, di sporcizia, richiama a un senso profondo, una necessità di depurazione e di pulizia. Certo non è solo una pulizia esteriore, ma tanto interiore quanto profonda. Il frutto del peccato (la sua simbologia) ha lasciato profondamente questa traccia nel subconscio di milioni di persone e per un tempo che ha visto millenni di storia passare come acqua sotto i ponti: l’idea di essere profondamente “impuri”. Nelle società in cui la religione è padrona delle menti, una società che culturalmente, attraverso la religione entra in modo suggestivo nella vita delle persone, governandole, il principio Crab Apple è nato per rispondere a questo gap, all’”incidente storico” che è diventato addirittura una morale. Non è certo un caso che questa essenza risponda al senso di sporcizia, di inadeguatezza, di imperfezione. Quella mela colta nel meraviglioso giardino dell’ Eden ha fatto sì che una parte di umanità rispondesse in prima persona, con un mea culpa ad una vergogna profonda e inconscia. La vergogna di essere nati, di essere femmine o maschi, di non essere perfetti a prescindere da qualcosa. Questo è il senso più elevato di Crab Apple, la sua cura a un livello spirituale. Ad un livello mentale, invece, esso spazza via l’idea di essere impuri o imperfetti, scatenando il senso di vergogna e di inadeguatezza; da un punto di vista invece emotivo, Crab Apple si occupa di far prendere atto di un’emozione incagliata nel profondo data dal senso di colpa. Il livello fisico, quello manifesto, risponde all’esigenza di sistemare tutto perfettamente nella propria casa, nella propria vita, nel proprio ufficio, senza lasciare nulla al caso, senza imperfezioni; lavarsi spesso le mani, togliersi da dosso la sporcizia del mondo o di sé è un atto tipico di chi necessita di questo rimedio.
Spesso non ci si accorge di essere in uno stato Crab Apple disarmonizzato, è un atteggiamento abitudinario apparentemente “normale”, si tratta di azioni quotidiane, ma che vincolano e (de) limitano la vita di tutti i giorni. L’idea di perfezione fa agire come se avere qualcosa “fuori posto” fosse del tutto inconcepibile. Le motivazioni di questa condizione possono avere origine da traumi subiti durante l’infanzia o nell’ imprinting che il bambino ha ricevuto alla nascita o durante la gravidanza. Uno stato squilibrato Crab Apple può essere causato da una violazione dei propri confini personali: conseguentemente ogni cosa proveniente dall’esterno è vista come un’invasione. Si può anche diventare molto suscettibili nei confronti di parassiti, insetti o forme virali, che portano ad avere, come già detto, manie di pulizia personale. Si temono i contagi, non si ama frequentare luoghi pubblici perché si pensa siano privi di un’adeguata igiene, per questo in casa propria si ha la tendenza a pulire a fondo come se si trattasse di una sala operatoria: il risultato è quello di ottenere un luogo privo di microbi, privo cioè di vita, un luogo asettico. Crab Apple è il rimedio ottimale per depurarsi dal senso di vergogna, da preconcetti e idee autolimitanti di perfezionismo e manie di purezza assoluta, ma è anche utile in caso d’intossicazioni date da farmaci, anestesie, radiografie, alcool e altre sostanze di cui si è abusato. È un valido Rimedio che può essere utilizzato da terapeuti per mantenere il campo energetico sempre pulito, utile per chi lavora negli ospedali, in case di cura, per tutti i lavori “sociali” e chi vive o lavora in ambienti particolarmente inquinati. È il Rimedio antisettico per eccellenza.
Walnut
Il nome Juglans Regia ci fa capire che siamo di fronte ad una pianta d’importanza regale. Albero di prima grandezza di origine asiatica (pendici dell’Himalaya), è stata introdotta in Europa e nel resto del mondo, in tempi antichissimi. L’albero del noce è una pianta cosmopolita, si trova in quasi tutti i continenti; può raggiungere i trenta metri di altezza, ha foglie caduche, è una pianta longeva raggiunge i seicento anni di età. Di questo albero ne viene utilizzato il legno robusto di colore scuro, solido e durevole, ha frutti commestibili e molto proteici il cui uso risale a circa novemila anni fa, secondo alcuni reperti antichissimi. Il gheriglio (il frutto commestibile) ha proprietà terapeutiche in quanto si è scoperto aiuti il cervello a creare le sinapsi e ne viene, per questo motivo, consigliato il consumo. Esso è inoltre utilizzato per estrarre olio impiegato a scopo alimentare e nell’industria dolciaria, delle vernici, dei colori sino all’uso di olio in campo cosmetico per la profumeria. Nel periodo romano le noci venivano offerte agli sposi il giorno delle nozze. Simbolicamente il frutto è stato anche collegato alla Trinità o, secondo Sant’Agostino, a Gesù, il contenitore che racchiude beni misteriosi, la fertilità, l’anima racchiusa dentro al corpo. Anticamente fu interpretato come sinonimo di protezione di un contenuto particolarmente prezioso. La caratteristica del noce è di racchiudere il gheriglio (frutto e seme) in un guscio a sua volta protetto dal mallo. La segnatura della pianta racconta proprio questo: il frutto è simile al cervello e il suo guscio alla scatola cranica, mentre il mallo, a sua volta piuttosto spesso e resistente, ad una sorta di aura. Il noce dona protezione quando dall’esterno possono arrivare condizionamenti (mentali) inappropriati o da cui non ci si riesce a difendere. I suoi frutti vengono raccolti tra settembre e ottobre, nel momento del cambio di stagione tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno: questo Rimedio svolge la funzione di protettore durante i periodi di grandi cambiamenti. È il rimedio per eccellenza utile alle donne in gravidanza (bene se assunto durante e dopo il parto, nei primi mesi di vita del bambino) e per il bambino che viene alla luce, proveniente da una condizione acquatica e di buio; Walnut è bene utilizzarlo durante ogni passaggio dell’infante, dalla dentizione al primo giorno di asilo, dalla scuola materna alla scuola primaria, durante la fase di pubertà. Walnut segna l’inizio di un nuovo amore, una separazione, uno sposalizio (già anticamente era il frutto donato agli sposi), il periodo della menopausa, durante il passaggio dalla vita terrena e un’altra forma di esistenza (consigliato anche per chi assiste colui che passerà oltre). Rimedio utile durante un cambio di lavoro, un trasloco e in generale una fase di transizione dell’esistenza. Walnut è utile in momenti particolari della vita, quelle fasi delicate di passaggio che comportano attenzione e calma per essere vissute con equilibrio.
“Mi riservo il diritto di rifiutare suggestioni negative da chiunque.”
Tratto da “Il cielo ti cerca” di Richard David Bach
è il motto perfetto in uno stato Walnut positivo. Durante i periodi di cambiamento siamo più suscettibili e insicuri, ma la decisione spetta solo a noi. Walnut aiuta a proteggere la mente da pareri e condizionamenti altrui che minano la serenità interiore utile a prendere decisioni importanti, aiuta a sentirsi protetti da un’aura favorevole per il proprio processo interiore di cambiamento e trasformazione. Ogni cambiamento dell’esistenza umana richiede di essere interiorizzato, pensato, valutato; l’essere umano è abitudinario e i cambiamenti spaventano. È indispensabile ricordare che, durante le fasi di cambiamento, chi profetizza pensando di essere al nostro posto, ha un’opinione e un’esperienza del tutto personale che spesso non corrisponde al destino della persona in questione. Ognuno vive la propria realtà a modo proprio. Ancor più frequentemente capita di essere vittime di suggerimenti altrui dettati da banali luoghi comuni o per “sentito dire” o, peggio ancora, tentativi di tenere al proprio livello di paura e di mancanza di tentativi nel cambiamento, cioè di evoluzione, il prossimo.
Walnut rompe l’incantesimo delle idee limitanti altrui. È il Fiore degli outsider, di coloro che hanno deciso di fare un passo avanti nella vita, di osare il cambiamento. Si tratta di persone che spesso creano dei precedenti attraverso i quali altri potranno prendere spunto e riferimento.
Rescue Remedy
Nonostante sia il risultato di cinque Fiori diversi, è comunque da considerarsi come un unico Rimedio. Rescue Remedy è la soluzione per ogni evenienza traumatizzante immediata ed improvvisa. L’insieme di questi cinque Rimedi ha la capacità di riportare quasi istantaneamente dopo uno shock o trauma subito, il senso di calma, di presenza, di eroismo, pazienza, controllo. Si potrebbe trattare di un incidente in auto come di ricevere una cattiva notizia; la spossatezza interiore di fenomeni fuori dal nostro quotidiano controllo, o che possono creare ansia, inquietudine e incertezza improvvisi, sono circoscritti dall’essenza di Rescue Remedy che riporta uno stato di equilibrio interiore, tralasciando il panico. Lo si può utilizzare anche in caso di un colloquio importante, un esame, intrattenere il pubblico durante una conferenza, il parto. Eventi che richiedono la presenza di spirito e del corpo, la concentrazione della mente a dispetto dell’annebbiamento causato da stati angosciosi e di panico. L’utilizzo di Rescue Remedy (chiamato anche Five Flower Remedy o Resource Remedy, RQ Essence ofEmergency a seconda delle case di produzione del prodotto: il contenuto è il medesimo per tutti e l’efficacia non cambia) è tra i più vari, ma non da sottovalutare e da utilizzare come posologia a parimenti dei metodi “allopatici”: non si tratta infatti di una sorta di rimedio tutto fare, il suo uso discreto è ristretto in alcuni ambiti.
Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com.
Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione
Se trovi i miei scritti interessanti ed utili puoi contribuire con una donazione su PayPal