Forget-Me-Not e il trigemino

L’ipofisi o ghiandola pituitaria è conosciuta come ghiandola maestra: pur essendo una piccolissima ghiandola endocrina del corpo umano dal peso di mezzo grammo, ha un ruolo fondamentale per tutto l’organismo. È detta ghiandola maestra perché governa tutte le ghiandole endocrine del corpo: epifisi, tiroide, timo, pancreas, ghiandole surrenali, gonadi, regola il metabolismo idrico e l’ormone dedito alla crescita corporea.

Il trigemino, uno dei nervi cranici tra i più importanti, trova la sua sede nell’area dove è situata la ghiandola pituitaria, l’ipofisi. Le nervature del trigemino si estendono in tre aree del volto: la branca oftalmica che arriva vicino agli occhi, la branca mascellare che include aree prossime al naso, la mascella includendo denti dell’arcata superiore e relative gengive; la branca mandibolare le cui nervature solcano la mandibola sino ai denti dell’arcata inferiore. Lo snodo di queste tre branche si trova all’altezza dell’attaccatura mandibolare, vicino alle orecchie. Quando il trigemino è infiammato queste tre aree possono rigonfiarsi provocando dolore ai denti, alle orecchie, agli occhi, all’attaccatura mandibolare e mascellare. Una infiammazione esponenziale del trigemino provoca gonfiore al viso.

Ma le nervature del trigemino non si fermano lì e si diramano, in parte, nell’area superiore della testa in direzione della fontanella.

In termini di chakra, sono coinvolti nella manifestazione del trigemino Ajna chakra e Sahasrara chakra, rispettivamente sesto e settimo chakra. Ajna presiede alla visione: nella tradizione yogica il buon esito di ogni asana (posizione) è dato dallo sguardo: il corpo va dove gli occhi posano lo sguardo, cioè ad indicare che la meta si trova là dove si ha una visione. Avere una visione significa proiettare se stessi verso una condizione, una direzione, una soluzione, un’ideale. Ajna presiede all’idea che si ha di se stessi e come conseguenza, che si ha del mondo. Una visione pessimistica del mondo induce a vivere drammi.

Il chakra della corona Sahasrara è collegato all’autonomia di pensiero e alla qualità dei propri pensieri: un’ autonomia di pensiero da spazio alle proprie funzioni cerebrali per conquistare aree insondate in cui intuizione, genio, libertà di scelta e conoscenza hanno modo di manifestarsi. Nel settimo chakra risiedono inoltre convinzioni e la qualità dei propri pensieri: la qualità dei pensieri determina la visione di se stessi e del mondo. L’ottundimento mentale porta ad una falsa tranquillità di coscienza che genera ozio intellettuale, fissazioni, ossessioni, privando di stimoli per creare la propria realtà attingendo alla connessione con il Divino.

Un trigemino ingrossato è la manifestazione di uno squilibrio a livello di visione interiore, di qualità di pensieri, di connessione con la Conoscenza Divina.

Per ripristinare questi due chakra e di conseguenza riportare ad una condizione di equilibrio il nervo trigemino, è indicato l’utilizzo del fiore californiano Forget-Me-Not: è il fiore della percezione, della visione oltre il visibile, della connessione con le alte sfere celesti. E’ indicato per facilitare la meditazione. Forget-Me-Not riequilibra il sesto e il settimo chakra ripristinando equilibri energetici che influiscono sulla materia, riassettando i nervi cranici.

Come utilizzare il rimedio? Riempire di acqua una boccetta da 30 ml dotata di pipetta, aggiungere 4 gocce del rimedio floreale originale. Questa soluzione da 30 ml va somministrata oralmente (3-4 gocce sublinguali più volte al giorno) e, con l’aiuto della pipetta, posizionare una o due gocce all’apice della testa nell’area della fontanella e tra le sopracciglia, poco sopra il punto in cui inizia il naso. Massaggiare delicatamente per qualche secondo queste aree con il liquido impresso di Forget-Me-Not. Il rimedio impiega poco tempo per agire e ripristinare, da un punto di vista energetico, gli squilibri in atto che riguardano Ajna e Sahasrara chakra. Terminare il periodo di assunzione con la fine della miscela dell’intero flaconcino.

La domanda da porsi nel momento in cui questo tipo di infiammazione si attiva è: dovrei rivedere la visione che ho del mondo? Ho una visione sfalsata della realtà, una visione illusoria o cinico-pessimista? Di che tipo è la qualità dei miei pensieri? Ho perso il contatto con me stesso, reputo la mia intuizione errante? Ho perso il contatto con la connessione divina, con l’essenza?

Forget-Me-Not è il rimedio floreale californiano che ha questo compito.

Quince e il Tao interiore

Chaenomeles speciosa, rimedio floreale californiano rinominato Quince, racchiude in sè il potere del Tao. Forza maschile e potere femminile: là dove c’è forza, c’è amore, dove c’è vulnerabilità c’è protezione, tenuta e cedimento, morbidezza e rigidità. Un tutt’uno senza apparenti estremi. Gli estremi si manifestano solo quando si tengono dure posizioni – e afflizioni – nei confronti di se stessi. Eccessive rigidità, eccessivi “give up“, lasciare andare o lasciare perdere. Alle volte è necessario mollare, altre volte è indispensabile tenere duro. Tutti questi aspetti opposti non sono scissi tra loro, bensì coinvolti l’uno nell’altro: l’equilibrio interiore si trova in un punto di luce immerso nell’oscurità e in una oscurità immersa nella luce. Inutile ribellarsi a questa legge divina e universale, sarebbe assolutamente controproducente, non farebbe che creare conflitto.

Esistono opposti in una eterna connivenza, là dove la propria natura non può essere compromessa: si tratta di rimettere al proprio posto, ridimensionandoli, il bianco nel nero e il nero nel bianco, accettando questa commistione di forze. In questo modo è possibile accedere, per sondare, la natura umana: fino a quando queste due polarità non saranno rivalutate nel loro complesso, un conflitto sarà presente.

Non esiste nero senza bianco, luce senza buio, giorno senza notte, maschile senza femminile, forza senza amore. Questo è Quince, fiore californiano, che delibera quando è necessaria la forza e l’irruenza maschile e quando è indispensabile lasciarsi andare alla vulnerabilità del cambiamento.

Per consulenze personalizzate, non esitare a contattarmi.

Indian Pink e la fermezza mentale

“Calma e sangue freddo!” indica un concetto mentale: vorrebbe dire “fermati e ragiona!” Il sangue caldo, il sangue che va alla testa, non fa ragionare, ma delirare. La calma invece, rappresenta quel momento interiore in cui è necessario fermarsi perché, correre o muoversi in qualsiasi direzione sarebbe deleterio, inutile e, molto probabilmente, controproducente.

Il rimedio californiano Indian Pink (Silene californica) è davvero eccezionale per mantenere la calma interiore, ripristinare stabilità mentale e prendere decisioni. Non è il rimedio che aiuta a prendere decisioni, è il rimedio che aiuta a mettere in fila le cose, a dare priorità assolute (le vere priorità sono sempre una, al massimo due e, anche tra queste, ci sono elementi prioritari).

Indian Pink è utile per chi lavora in contesti particolarmente dinamici all’interno dei quali ci sono molte situazioni, o ci si trova in circostanze con diversi elementi da coordinare: utilissimo per chi lavora nella grande distribuzione, per imprenditori che hanno più situazioni da amministrare, risolvere e farlo in tempi brevi, per coordinatori che organizzano varie forme di attività, per madri con figli, casa e lavoro da dirigere.

Il rimedio Indian Pink, nonostante lo stress, focalizza il pensiero e la determinazione mettendo in fila situazioni, persone, attività, una dopo l’altra: si staglia nella mente una naturale suddivisione delle parti, delle circostanze, facendo spontaneamente prevalere quelle prioritarie e lasciando in secondo piano le secondarie; è una sorta di piacevole preludio per evitare situazioni di Burn Out risolvibili con Aloe Vera, rimedio californiano.

Indian Pink è il rimedio adatto a tutti coloro che hanno una predisposizione – o si trovano costretti – a fare più cose in una volta sola: aiuta ad indirizzare le energie mentali, oltre che le attività e i servigi, là dove servono veramente.

Provate per credere.

Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com

Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione

Reni, surreni e il salto emotivo quantico

Alcuni fiori Himalayani della linea AUM creata dai medici indiani Drs. Rupa e Dr. Atul Shah, definiti tali rimedi floreali Botr (Body Organic Targetted Remedies – rimedi mirati per organi del corpo umano), hanno l’elevatissimo potere di disintossicazione di organi specifici del corpo; ma, per depurare tali organi in profondità, è, come sempre, necessario lavorare sulla dinamica esistenziale che caratterizza e risiede dentro a quell’organo.

I reni sono organi che filtrano il sangue, servono ad eliminare scorie, conservano l’equilibrio osmotico dei liquidi del corpo. E’ interessante sapere che le arterie del rene nascono direttamente dall’aorta del cuore. Ciò significa che una condizione del cuore (affettiva e sentimentale) è direttamente collegata ad una condizione emotiva (reni e surreni). I reni non filtrano solo tossine fisiche legate ai liquidi del corpo, essi filtrano tutte le condizioni emotive annesse: le condizioni emotive sono il risultato e la conseguenza, di una condizione sentimentale legata al cuore.

Lavorando per circa 20 giorni su reni e surreni con i rimedi Himalayani Botr (anche se non si ha mai avuto alcun tipo di problema fisico ad essi relativo), avviene una depurazione che va bel oltre la fisicità: questo tipo di depurazione coinvolge tutti i condizionamenti emotivi, in cui reni e surreni ne rappresentano la sede. A riprova di questo, lo specchio della vita quotidiana inizia a mostrare il risultato della condizione emotiva a cui si è rimasti immersi per un lungo periodo: infantilismo emotivo, tentativi di manipolazione emotiva, insinuazione di sensi di colpa, minaccia tramite condizioni di paura. Ecco che reni e surreni vengono messi in allerta da tutto ciò che gli compete: la paura primordiale di essere aggredito, conseguenti reazioni DHEA o deidropiandrosterone sviluppati dalle surreni per gestire lo stress, reazioni date dalla capacità di far fronte ad una minaccia, attivazione biologica renale sull’istinto primordiale di sopravvivenza.

Il ruolo delle reni è anche quello di eliminare le tossine dai liquidi del corpo, il che significa: eliminare condizioni emotive tossiche. Ecco qui il salto quantico che i rimedi Botr dei fiori Himalayani reni e ghiandole surrenali, mettono in atto. Questo salto quantico lo si può percepire benissimo; non si tratta solo di un cambiamento interiore, si tratta di un vero e proprio salto da una condizione emotiva ad un’altra. Il salto quantico è un cambiamento istantaneo da un sistema ad un altro, che si verifica su scala molto piccola, è un cambiamento dello stato vibrazionale di un individuo – in questo caso indotto dai rimedi Himalayani – che si manifesta con una piccola evoluzione interiore. Piccola, ma fondamentale. Fondamentale perché legata non solo ad una vita, ma a più generazioni che l’hanno subita e vissuta per molto, molto tempo, la cui memoria genetica è intrisa negli organi, nel sangue, in ogni cellula. Cosa hanno vissuto esattamente? Nel caso delle reni e surreni era ben racchiuso il ricatto emotivo, una condizione di vita emotiva in cui, pur di non osare vivere la propria vita e per restare insieme all’amato, pur di condividere per mero amor di condivisione o, nell’illusione della condivisione, nell’illusione di sostenere in due una relazione o un progetto (in 2, come la coppia reni e surreni), si cedeva a ricatto emozionale e a sensi di colpa in cui l’insinuazione era di non essere in grado di poter esistere soli e autonomi – come farebbe un adulto – di poter avere pensieri e azioni proprie – senza un controllore – di poter avere sentimenti e divergenze non condivisibili, quindi ragionevolmente da annichilire e annientare. La forte pressione di condizioni emotive di questo grado cui si è sottoposti, grazie all’aiuto di questi rimedi floreali, viene indirizzata improvvisamente in un’altra dimensione: dalla depurazione da tossicità fisiche, alla depurazione da tossicità emotive e relazionali, sospinti verso una nuova condizione.

Il salto quantico emozionale non è affar semplice. Cosa rimane dopo un salto quantico del genere? Resta la tristezza per avere abbandonato ciò in cui si è rimasti immersi da memorie generazionali ataviche, resta un senso di smarrimento, di solitudine, di improvvisazione di adattamento ad una nuova condizione emotiva sconosciuta, persino un senso di attaccamento a qualcosa che non esiste più. Resta la memoria di una vecchia abitudine.

Questione di nuove e più sane abitudini. Questione di tempo.

Per la cronaca: il rimedio Botr Reni è composto dalle frequenze del fiore himalayano Radish (lavora sulla lucidità dopo un lutto), frequenze della Perla (lavora su stati infiammatori di reni) e frequenze del fiore Geranio himalayano Klotzsch (antisettico, antinfiammatorio, nefriti).

Sui Fiori Himalayani: essenze floreali Himalayane

Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com

Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione

Orario(obbligatorio)

Burn-Out: salute mentale con Aloe Vera

Burn-Out significa bruciare; in un contesto lavorativo e psicologico è “l’essere bruciati mentalmente”, andare fuori di testa a causa dell’oppressione ossessiva lavorativa. Troppe responsabilità, troppe richieste oltre una misura accettabile per la persona che per timore di perdere il lavoro, ansia da prestazione, timore di non essere all’altezza, si prostra ad un livello di sottomissione tale sino a rasentare la follia, sino a ritrovarsi nella follia il cui risultato è l’esaurimento nervoso: il sistema energetico centrale è andato in tilt al pari di un computer che si spegne improvvisamente quando arriva un forte temporale e gli viene sottratta la corrente elettrica.

L’essere umano non è una macchina e ha dei limiti. C’è chi sopporta di più e chi di meno in base alla propria struttura energetica centrale data dal sistema nervoso. In entrambi i casi c’è comunque un limite da rispettare; le facoltà mentali rappresentano quella parte creativa e logico razionale che, se sfruttata al meglio, produce il genio, l’idea, la soluzione ad un problema, risoluzioni per diverse tematiche. Ma se questo sistema viene sovraccaricato, se la parte creativa viene sommersa da un eccessiva razionalità e senso del dovere, peggio ancora dal timore ossessivo di dimostrare di essere sempre all’altezza in ogni situazione (un gioco molto sottile di cui spesso non ci si rende conto), allora l’effetto burn-out è dietro l’angolo. Non è questione di essere deboli interiormente, è una questione di rispetto verso se stessi e i propri limiti, che vanno riconosciuti. Conseguentemente all’esser bruciati, uscire dal burn out può richiedere anni di psicoterapia – il burn out porta a depressione.

Per facilitare le cose, evitando l’ottundimento mentale e dei sensi provocato dagli psicofarmaci, sarebbe sufficiente assumere il rimedio californiano Aloe Vera, essenza floreale che raccoglie in sé tutte le proprietà vibratorie che l’Aloe ha per sua Natura; sinonimo di Aloe è infatti rigenerazione.

Rigenerazione psichica e mentale per chi è entrato in una fase di burn-out, ma anche azione preventiva per quegli individui che tendono a strafare, per coloro che si sobbarcano di responsabilità altrui, per chi sa di reggere mentalmente fino ad un certo punto, per chi è sul punto di scoppiare e sente di esserlo.

Aloe Vera, fiore californiano, in un lasso di tempo breve e conciso agisce nell’immediatezza della necessità di trasformare la sensazione di essere bruciati con una rinnovata energia vitale che riposiziona le forze creative e razionali della mente in un sano equilibrio.

Se proprio volete fare un buon lavoro di rigenerazione psico-fisica su voi stessi aggiungete ad Aloe il rimedio californiano Redwood (2 gocce per ogni rimedio in diluizione in acqua in un flaconcino da 30/50 ml, assumere dalle 4 alle 8 volte al giorno) per ripristinare tutte le forze vitali fisiche che l’Universo ha donato ad ognuno nel momento della nascita.

Non sottovalutate le forze mentali di cui siete dotati, vanno preservate ed utilizzate nel migliore dei modi possibili.

Ricordate che la mente ha un potere enorme, non sprecatela.

Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com

Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione

Purple Monkeyflower: la verità sul “timor di Dio”

Un paio di millenni di patriarcato e secoli di tradizioni monoteiste hanno provocato intenzionalmente nella genetica e nella psiche di intere generazioni di intere popolazioni, l’idea che Dio fosse quell’autorità sovrana (di origine maschile – ancora una volta per inculcare a quale genere appartenesse l’autorità) che può permettersi di punire chi non sta alle regole fissate da convenzioni umano-religiose-sociali per ricadere sino a convenzioni famigliari.

La paura di “andare fuori strada” provocata dal terrore psicologico creato da questo genere di convenzioni preconfezionate ha bloccato milioni, miliardi di individui nella propria crescita interiore e spirituale (intesa come crescita di spirito). La spiritualità è un percorso interiore e libero, una scoperta di sé per ritrovare la propria vera identità e libertà, libertà e autonomia di pensiero, capacità di ponderare, soppesare, visionare tutto ciò che viene quotidianamente propinato dall’esterno in rapporto con il proprio mondo interiore e il proprio essere, senza cedere – né cadere – in convInzioni e convEnzioni che tentanto, progressivamente e intenzionalmente, di destabilizzare il Sè interiore.

Purple Monkeyflower, fiore californiano (che è possibile associare ad un meraviglioso lavoro sul settimo chakra, Sahasrara chakra, chakra che, se in equilibrio, consente di attuare la connessione con il Divino, l’Essere Assoluto, consente la libertà spirituale, il pensiero indipendente) ha il potere di trasformare l’occlusione “mentale”, il “timor di Dio”, persino le superstizioni in apertura mentale-spirituale, una coscienza consapevole che permette di liberarsi dal limite infrastrutturale imposto per secoli, millenni e tramandato di generazione in generazione.

Purple Monkeyflower libera dalla manipolazione psichica, imprime il coraggio di vivere senza dogmi, per chi sceglie la via della propria ed unica esperienza di vita, che è l’unica che conta per una crescita sana e autonoma dell’individuo.

Purple Monkeyflower provoca indipendenza spirituale, autonomia di pensiero, l’essere slegati da vincoli di credenze collettive, superstizioni famigliari, sociali, di paese, di religione.

Penso sia il rimedio adatto a questa nuova epoca Acquariana in cui ci stiamo addentrando pian piano.

Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com

Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione

Fiori di Bach e fiori Californiani: personalità presente e personalità permanente

Perché i fiori di Bach sono così “lenti”? – spesso mi viene chiesto – e perché altri tipi di rimedi floreali sono invece più “veloci” e li “sento subito”?

Oggi voglio rispondere a queste domande. Tanto per iniziare il punto non è che i fiori sono più “lenti” o “veloci”, ma siamo noi ad essere più o meno cristallizzati dentro a situazioni personali: la cocciutaggine, un orgoglio eccessivo, egocentrismo, convinzione di poter dominare il mondo, credenze, scegliere di vivere la propria vita crogiolandosi tra gelosie, invidie, sotterfugi, ipocrisie, senso del dominio. Dare la colpa a velocità e lentezza di un Fiore è, come al solito, non prendere in mano la responsabilità della propria vita continuando a colpevolizzare qualcosa all’esterno di sé quando il problema è all’interno.

Non sono i fiori ad essere lenti o veloci, siamo noi ad esserlo, interiormente.

E sulla velocità e lentezza interiori, apriamo un piccolo capitolo.

Perché siamo più o meno ricettivi rispetto ad un rimedio floreale? Questa è la vera domanda. Perché siamo composti di più parti: non esiste solo un ego o la propria mente raziocinante e schematizzata in cui ci si identifica, ma esiste, in ognuno di noi, una personalità presente ed una permanente.

Colui che ho considerato il mio nonno spirituale, Stylianos Atteshlis chiamato anche Daskalos dai propri allievi, guaritore spirituale e ricercatore della Verità, insegna che ognuno di noi è composto da una personalità presente ed una permanente.

La personalità presente altro non è che un nome ed un cognome, un Io, la somma dei cinque sensi, un essere umano che dovrebbe imparare a coltivare umiltà, umanità, buon senso – in contrapposizione della tentazione di vivere aspetti umani che riguardano corruzione, ipocrisia, egoismo, sete di potere, disumanità e disumanizzazione (Dio non c’entra nulla con le cattiverie e le ingiustizie del mondo: esse sono parte degli aspetti umani di individui che accettano di vivere in questo modo).

La personalità permanente è la parte attiva ed espressiva dell’Anima che ha memoria di se stessa, conosce il suo obiettivo di Vita, è saggia, danza con il proprio destino in assenza di elucubrazione alcuna.

A questo punto diventa chiaro su quale aspetto della personalità i fiori di Bach e i fiori Californiani interagiscono (con qualche eccezione): essi interagiscono con la personalità presente di cui nessuno vuole assumersi la responsabilità. Quindi non sono i fiori ad essere “lenti”, è la personalità a voler rimanere aggrappata fedelmente e aggressivamente ai propri schemi anche quando essi si rivelano auto distruttivi.

L’orgoglio uccide non solo ferisce, l’ipocrisia ha gambe sempre più corte, il tentativo di separazione porta ad una unità che crea ponti indistruttibili, la sete di potere conduce alla fame del cuore e alla sua aridità, la mancanza di umanità porta all’isolamento o alla follia.

Non sono i Fiori ad essere lenti

Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com

Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione

Una-tantum
Mensile
Annuale

Fai una donazione una tantum

Fai una donazione mensilmente

Fai una donazione annualmente

Choose an amount

€5,00
€15,00
€100,00
€5,00
€15,00
€100,00
€5,00
€15,00
€100,00

Or enter a custom amount


Apprezziamo il tuo contributo.

Apprezziamo il tuo contributo.

Apprezziamo il tuo contributo.

Fai una donazioneDona mensilmenteDona annualmente

La paura di non farcela

La paura di non farcela ha un nome e cognome ben specifico: ogni paura li ha. Questo timore è specifico dell’ego che teme di soccombere sotto a qualcosa di ben più grande di lui, teme di morire, di essere espulso, non considerato o non considerato per ciò che realmente merita, teme una sorta di “punizione divina” – o autoritaria – ancora sconosciuta, che percepisce come pericolosa.

E, come ogni paura che si rispetti, anche la paura di non farcela paralizza, eccome se paralizza: è la staticità del gelo interiore che blocca molte facoltà, tra cui quelle mentali, impedendo una sana e razionale reazione.

Bisogna farci i conti con la freddezza interiore paralizzante, in particolare è necessario affrontare quella paura. Come ? Rendendosi conto che è tale. La prima cosa che salterà all’occhio sarà la paura stessa, mentre la seconda cosa, sarà essere consapevoli che non si è in grado – momentaneamente – di reagire. Molto bene! Tenete tra le mani immaginarie quella paura e guardatela, osservatela, sentitela fino in fondo, anche se è tremendamente spaventosa. A vostro favore l’immobilizzazione data dalla pura stessa: il cervello ha smesso di funzionare in modo razionale e si ritrova anch’esso bloccato. Approfittate di questo momento per ripristinare innanzitutto la funzione cerebrale, cercando una soluzione: quando si presenta un problema, al suo interno esiste la soluzione.

La soluzione è: affrontare il problema, proprio il nocciolo del problema. Se vi viene chiesto di fare qualcosa che non sapete fare e vi sentite sopraffatti, imparate, come obiettivo finale (seguendo un corso, un tutorial, un esperto), a governare e diventare maestri della situazione, piuttosto che subirla. Questa azione rappresenta il coraggio per sciogliere il ghiaccio cristallizzante della paura.

Il coraggio è azione. Azione interiore prima di tutto, un movimento per sciogliere ciò che blocca e per iniziare ad affrontarlo.

La risorsa è già dentro ad ognuno.

Successivamente valutate la tipologia di paura poiché quella che cristallizza, non è una “semplice” paura: potrebbe trattarsi del profondo timore di “crescere” e di assumersi responsabilità da adulto, oppure la paura di impegnarsi a livello sociale, all’interno di una comunità o in un ambito lavorativo, la paura cioè di creare legami solidi.

Nel primo caso, del timore di affrontare la vita adulta, affidatevi al rimedio californiano Fairy Lanter; nel secondo caso, della sindrome del “vagabondo”, come la definisco io, considerate il rimedio californiano Sweet Pea.

Be proud. Le risorse sono già dentro ad ognuno.

Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com

Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione

Come dentro, così fuori

Sempre più palesemente osservo come ciò che siamo, quello che otteniamo e ciò che portiamo nel mondo, non è che un riflesso di noi stessi. Inutile (e sempre più lo sarà) proiettare, puntando il dito verso l’esterno, ciò che non funziona nella propria vita.

Qualcosa non quadra? Punto 1: impegnarsi a capire cosa non quadra, piuttosto che fuggire. Punto 2: iniziare a pensare al perché qualcosa non quadra, piuttosto che insultare o incolpare il prossimo e il mondo.

Non si ama la situazione in cui ci si trova? Punto 1: capire come ci si è ritrovati in quella situazione. Punto 2: capire quale atteggiamento è possibile cambiare per modificare o affrontare la situazione. Punto 3: se non è possibile cambiare la situazione, è possibile spostarsi, accedere al cambiamento.

Il cambiamento spaventa? Punto 1: certo, ma è necessario essere consapevoli che se non si cambia, le situazioni restano identiche. Punto 2: le situazioni non cambiano se non siamo noi a cambiare. Punto 3: se si decide di non cambiare, non lamentarsi quando le situazioni non cambiano!

Come fare a cambiare? Punto 1: capire cosa non si vuole più. Punto 2: avere ben chiaro cosa si vuole effettivamente, qual’è l’intento e il punto di arrivo del cambiamento. Punto 3: agire, il cambiamento è azione.

Se si è duri con se stessi, la vita sarà dura. Se ci si concede flessibilità, la vita sarà un’opportunità. Se ci si aggrappa ad atteggiamenti malsani, la vita restituirà malattia e infelicità. Se si decide di non cambiare nulla, nulla cambierà. Se si procede nell’amore e nel rispetto verso se stessi e il prossimo, la vita donerà benevolenza e gentilezza. Se si è grati e riconoscenti per ciò che si ha e per ciò che si è, la vita elargirà abbondanza.

Avere una visione disperata o ritrovarsi ad essere senza speranza, mostrerà un mondo ostile, doloroso, infelice, spiacevole e triste. Nonostante ciò, anche in questa condizione intima dell’animo umano, è possibile attuare un cambiamento interiore significativo aiutandosi con un paio di rimedi floreali: Gorse (fiore di Bach) per ripristinare la speranza ad un livello personale, e Scotch Broom (fiore Californiano) per acquisire una visione del mondo speranzosa.

In questo modo si agirà sia dall’interno che dall’esterno in contemporanea, con due rimedi floreali che rispondono ad una luce solare eccezionalmente brillante, due rimedi che resistono ad ogni tipo di intemperia emotiva, andando a scardinare il buio interiore.

Niente è il riflesso dell’esterno, se non il risultato di noi stessi.

RED CLOVER: la semplicità del trifoglio per contrastare l’isterismo di massa

Durante una lezione privata tenuta sui Rimedi Californiani, spiegando e analizzando il rimedio Red Clover, mi sono resa conto ancora di più dell’importanza di questo rimedio floreale. Red Clover lavora sull’ “infatuazione da panico” che provoca l’isterismo di massa e fa sì che il singolo individuo perda il proprio centro, la propria stabilità, soprattutto il proprio lucido e freddo pensiero, a favore di una frequenza tanto bassa quanto intensa data dal panico generale.

Napoleon Hill, autore di “Pensa e arricchisci te stesso” e “Il segreto della libertà e del successo“, negli anni trenta aveva individuato cosa aveva portato gli Stati Uniti alla fenomenale crisi del ’29. La crisi del ’29, come tutte le crisi, sono appositamente create per distruggere e per ricreare nuove forme di economie, anzi, le crisi sono parte delle economie mondiali. Non si tratta di fatti eccezionali. La cosa eccezionale e interessante però è che nel ’29, quando si iniziò a parlare di crisi economica, si venne a creare il panico tra imprenditori, compratori, venditori, azionisti, grandi gruppi e pezzi grossi che gestivano e detenevano il potere. Il punto non fu tanto che questi soggetti andarono in crisi, quanto la crisi stessa s’insinuò nelle menti delle persone comuni e della borghesia medio alta, creando il timore, o meglio, il panico, di perdere tutto. E così fu, o meglio, così si avverò. Il panico ha una frequenza bassa ma molto, molto coinvolgente e potente, come una malattia altamente infettiva.

La Segnatura di Red Clover parla chiaro: tanti piccoli fiori per crearne uno. Se uno di questi marcisce, marciscono tutti a loro volta e il fiore, (di conformazione tonda come a ricordare una testa) imputridisce.

La crisi del ’29 come tutte le crisi create ad hoc per ristabilire equilibri economico sociali e geopolitici, servono a tastare il polso all’umanità: quanto siete integri? Quanto vi fate influenzare (anche dagli influencer?) Quanto siete in grado di mantenere una mente fredda ed un pensiero razionale-logico? Quanta terra avete sotto i piedi (inteso come l’essere ben radicati)?

Red Clover, in caso di isteria di massa, aiuta a ristabilire un atteggiamento auto – consapevole, di forza interiore, distaccato dalla coscienza di massa, stabilità che parte dal proprio centro.

Potremmo mettere Red Clover all’interno dei CanadAir e sorvolare i cieli del mondo per evitare l’isterismo di massa? Sì, potremmo, dovremmo, ma come sempre, tanto per iniziare, partiamo da noi stessi.

Una guarigione rifiutata

L’auto commiserazione è una brutta bestia. Il vittimismo le fa compagnia, una pessima compagnia. Ci si ammala, lo abbiamo visto e lo sappiamo tutti. E, in sede di corsi o consulenze di floriterapia e sul sistema energetico dei chakra, abbiamo anche visto come sia possibile risalire ad uno scompenso emotivo profondo, psichico e spirituale, il quale però, esso stesso, ci consente di poter giungere alla chiave del problema ed essere guarito o, quantomeno, ristabilito nel migliore dei modi possibili e attuabili.

Quindi curarsi e portare un sano equilibrio anche all’interno di uno scompenso fisico, è possibile. Questo riguarda il 50% della guarigione; l’altro 50% riguarda invece la volontà personale di scegliere se guarire (o almeno provarci, concedersi la possibilità).

A malincuore, ma non stupita, le occasioni in cui si offrono soluzioni di riequilibrio, la possibilità di un miglioramento, di un’alternativa, di un’integrazione con la medicina, vengono rifiutate.

E si sancisce, a quel punto, la propria designazione con frasi come: “se i fiori californiani contengono alcool, non posso prenderli” (anche se si tratta di n. 2 gocce del rimedio diluiti in 50 ml di acqua, che rende la soluzione idro alcolica impercettibile e non sono un ex alcolista) Oppure: ” sono destinato a diventare cieco, prima dall’occhio sinistro, poi da quello destro. Le cure che sto facendo sono servite ad evitare la cecità per qualche anno” (ma non a risolvere il problema). “La soluzione (invasiva) l’hanno trovata i medici, funziona fino a quando funziona” (che permette l’aggravarsi della situazione).

E’ vero che quando un corpo fisico è oltremodo corrotto, nel senso alchemico del termine, cioè in uno stato avanzato di decadimento a causa di una malattia, è molto difficile o impossibile riportare il sistema psico – fisico ad una condizione di normalità e di salute. Ma è altrettanto vero che, prima di arrivare a quel punto di non ritorno, le opportunità ci sono. E’ che vengono rifiutate perché si sceglie di crogiolarsi nel vittimismo, nell’attenzione altrui, nel compatimento, nella rabbia irreversibile della propria condizione.

Ho imparato a rispettare queste decisioni, ma non posso esimermi dal dire che il cuore, sapendo e vedendo che un’altra opportunità – o più opportunità – sono possibili, ogni volta, piange.

Ognuno ha il proprio destino nelle proprie mani.

Il Pancreas e l’amarezza

Recentemente ho sperimentato il rimedio Himalayano della linea AUM che purifica e lavora sul pancreas. Non che ne avessi bisogno (così credevo), ma siccome il mio lavoro di floriterapeuta è basato non solo sulla teoria ma e soprattutto sulla sperimentazione dei rimedi stessi, ho sentito il “richiamo” del BOTR (Body Organic Treatment Remedy) specifico per l’organo del Pancreas.

L’esito è stato molto, molto interessante.

Le essenze Himalayane che lavorano sugli organi portano ad una profonda e sincera depurazione dell’organo stesso, innanzitutto da un punto di vista fisico, ma e soprattutto, da un punto di vista esistenziale. Perché dietro ad ogni organo si cela una dinamica esistenziale della personalità più o meno, a seconda di com’è fatto ognuno, intensa. E dietro all’organo – ghiandola del Pancreas risiedono amarezza o dolcezza.

Ho capito che l’amarezza ha a che fare con la vita, con le delusioni, con l’insoddisfazione, con la mancata considerazione (che crea insoddisfazione e a sua volta amarezza), con la sensazione che la vita sia o sia stata ingiusta, la sensazione di percepirsi soli ed incompresi, abbandonati. Se queste importanti considerazioni interiori – ed interiorizzate – restano in profondità per lungo tempo, si possono sviluppare le malattie che tutti conosciamo: ipoglicemia, pancreatite, diabete e altro. L’amarezza, inevitabilmente, richiama alla dolcezza e se non si è in grado di procurarsela in autonomia, è l’organo stesso che da voce alle sue necessità più profonde creando condizioni di squilibrio, richiedendo più zuccheri o avvisando che gli stessi sono in carenza. E’ praticamente automatico.

Personalmente non sono una persona amante dei cibi dolci, ma durante il periodo di depurazione del pancreas in cui una certa dose di amarezza si manifestava, ho iniziato a mangiare una quantità di dolci insolita senza avere bruciori di stomaco come solitamente mi accade quando eccedo, anche di poco, con gli zuccheri. Stavo quindi compensando in modo naturale e spontaneo all’amarezza buttata fuori dal pancreas durante questo periodo di trattamento.

Ci tengo a sottolineare che questa è stata una mia reazione personale. I rimedi Himalayani della linea AUM dei medici Athul e Rupa Shah, comprovati ed utilizzati negli ospedali indiani di Mumbai, non vi incentiveranno ad inghiottire zuccheri se siete dei diabetici (io non lo sono, ad esempio, ma la mia reazione fisica di richiesta di zuccheri è data dal mio rapporto personale con la dolcezza); anzi, questo è uno dei rimedi associato proprio alla cura del diabete. Ognuno, con la dolcezza, ha un proprio rapporto personale, che va di pari passo con i cibi dolci.

E’ stato assolutamente interessante notare come gli organi comunicano con noi: essi ci parlano, chiedono il nostro aiuto al momento del bisogno, mostrano una condizione psicologica e psicosomatica molto antica, repressa e spesso incompresa, sopratutto necessitano di essere ascoltati per essere guariti.

Adoro il mio pancreas e lo ringrazio per avermi mostrato aspetti della vita che prima non riuscivo a vedere (nota bene che pancreas e stomaco sono organi strettamente legati al senso della vista – occhi).

I fiori Himalayani agiscono realmente ad un livello di profondità inaspettato.

Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com

Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione

BUTTERCUP e la considerazione che si ha – o non si ha – verso se stessi

Autostima Meritevolezza Cura di se Considerazione di sé Attenzione nei confronti di se stessi Senso di adeguatezza personale Dignità Sacrosanto.

Termini che risuonano dentro ognuno ma che spesso hanno un eco sordo perché esistono in minima parte. Spesso non si sa nemmeno cosa siano, cosa significhino, in cosa si potrebbero manifestare queste attenzioni verso sé stessi.

Se all’interno di una situazione lavorativa – o affettiva – la tendenza è quella di prostrarsi a terra tipo zerbino con la paura (e la scusa della paura) di essere licenziati o di “perdere l’amore” lasciandosi quindi umiliare, facendo ciò che in realtà non si vorrebbe fare, a volte persino rischiando la vita o l’infortunio pur di dimostrare che si è disposti a tutto per restare, ebbene, questa è la manifestazione di Buttercup, fiore californiano, allo stato così detto, “negativo”. Cioè: non si ha rispetto verso se stessi, verso la propria professionalità, verso il proprio cuore e la propria la dignità, verso la cura e l’apprezzamento di se, quando la considerazione è praticamente nulla, inesistente. Se queste qualità fossero invece presenti, nessuno si permetterebbe di essere trattato a pesci in faccia. Invece spesso questo accade e nemmeno ci si rende conto dell’umiliazione!

E’ così perché si è semplicemente ABITUATI a sottostare, a dare, ad essere a disposizione, ad obbedire a testa bassa e NON si è invece abituati a RICEVERE, ad avere, a chiedere, a darsi il permesso, a dire di no per preservare se stessi.

BUTTERCUP, fiore californiano, risolve queste tematiche al pari di un tiratore di arco che fa sempre centro. Buttercup ha la capacità di mostrarvi a che punto si trova la vostra dignità e meritevolezza. Il capo vi prende a pesci in faccia e questo non vi piace, non vi trovate d’accordo? Rincarerà la dose per vedere fino a che punto potete resistere nel farvi trattare male. Ma il problema non è il capo. Il problema siete voi che permettete questo tipo di atteggiamento, il problema è la bassa autostima, cura, attenzione e rispetto che avete – o che non avete – di voi stessi. Il capo vi dimostra solo dove vi trovate con il vostro livello di meritevolezza. Buttercup vi mostra il livello di dignità e di meritevolezza a cui vibrate, a cui rispondete e, solo in quel momento, potrete realmente rendervi conto come avete sempre considerato voi stessi e avrete la possibilità di decidere di CAMBIARE ATTITUDINE.

Buttercup smuove le montagne e insieme ad esse i vecchi, vecchissimi schemi che spesso risalgono all’infanzia di quando nessuno ha detto: “Bravo o Brava”, di quando, nonostante gli sforzi, ci si è sentiti dire: “Hai fatto solo il tuo dovere”. E qui sottolineo dovere, quel senso unidirezionale solamente del dare e MAI del ricevere: ecco dove sta l’errore. Siate nel ricevere, nel dire Sì alla Vita, nel concedervi il meglio, nel vibrare ad una frequenza di dignità, di meritevolezza, di attenzione e cura di voi stessi, più elevato. Gettate infinita compassione alle vostre lacune in termini di scarsa meritevolezza e sottostima e prendetevi le gioie della vita che esistono, ci sono e non aspettano altro che voi apriate le braccia e il cuore verso di esse.

Buttercup lavora a livelli. Voi a quale livello di meritevolezza siete?

Remeber, YOU DESERVE MORE (Ricordatevi, meritate di più).

Buttercup serve sempre.

Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com

Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione

Frequenze

Noto ancora con disappunto che non è ben chiaro cosa siano i rimedi floreali, fiori di Bach e tutti quei rimedi floreali che ne sono seguiti (fiori californiani, himalayani, alaskiani, australiani ecc) e rappresentano un prolungamento dei fiori di Bach.

Dico con “disappunto” perché c’è ancora chi pensa siano un farmaco o qualcosa di simile, un’essenza tipo olio essenziale o qualcosa di simile, un profumo o qualcosa di simile, un’estratto omeopatico o qualcosa di simile, integratori alimentari o qualcosa di simile. NIENTE di tutto questo. I rimedi floreali sono FREQUENZE.

COSA SI INTENDE PER “FREQUENZA”?

Una frequenza è un sistema energetico (come la luce elettrica, tanto per capirci, energia) che coinvolge TUTTI gli esseri viventi su questo pianeta, il pianeta stesso e gli universi tutti, in quanto anch’essi sistemi vivi e in continua evoluzione. Ma voglio spiegarmi meglio in questi termini.

Dopo un corso on line con Gregg Braden, scienziato e divulgatore presso l’ HearthMath Institute, ho il desiderio di riportarvi alcuni suoi insegnamenti semplici, ma chiari.

La storia moderna e attuale dell’uomo e di questi attuali tempi storici è data da nuove scoperte neurologiche e biologiche: si è visto che un individuo adulto è composto da 50 trilioni di cellule ognuna delle quali ha un potenziale elettrico di 07 V (volt).

Se moltiplichiamo 07 x 50 trilioni di cellule = 3.5 trilioni di V(volt) POTENZIALE

Ma cos’è 1 volt?

E’ l’unità di misura (simbolo V ) del potenziale elettrico e della forza elettromotrice definita come quella esistente fra due punti di un conduttore che, percorso dalla corrente costante di un ampere, dissipa la potenza di un watt senza che vi avvengano fenomeni energetici diversi dalla produzione di calore (fonte Wikipedia).

La produzione di calore, come ben sapete, è energia elettrodinamica (l’elettrodinamica è la branca della fisica che si occupa dello studio dei campi elettromagnetici variabili nel tempo e in particolare dei rapporti tra essi e le sorgenti di tali campi, ovvero cariche elettriche ferme o in movimento).

Ogni essere umano è una carica elettrica semovente. I punti di un conduttore come precedentemente scritto (... fra due punti di un conduttore che …) nel corpo umano sono rappresentati dai punti marma, i punti shiatsu, i chakra, il sistema dei meridiani, i punti della digito pressione, i punti dell’agopuntura che, se messi in contatto tra di loro (... fra due punti di un conduttore che …), producono questo potenziale elettrico o energetico. Questi punti sono già, per natura, in connessione tra di loro.

Quindi il potenziale energetico umano esiste a prescindere. Siccome questo potenziale energetico esiste ANCHE in natura e PER NATURA STESSA delle cose, esiste quindi nelle piante, nei fiori, nelle pietre, nei metalli. Bach scoprì che tramite le frequenze o POTENZIALE ELETTRICO dei fiori è possibile ristabilire equilibri nel POTENZIALE ELETTRICO umano (Edward Bach ha riportato nel mondo moderno attuale antiche conoscenze: già nel V secolo a.C. Empedocle parlava di efflussi corporei. Ciò significa che stiamo riesumando antiche, anzi, antichissime conoscenze, come afferma spesso anche Gregg Braden).

I farmaci (di sintesi) non hanno questo potenziale elettrico poiché privi di vita, cioè privi di energia (infatti si definiscono antibiotici, anti -bios dal latino = anti vita). Di conseguenza i rimedi floreali non sono farmaci, né integratori alimentari, né oli essenziali, né prodotti omeopatici poiché costituiti solamente da FREQUENZE specifiche e precise: essi lavorano a favore e vengono accettati dal sistema energetico umano perché riconosciuti come armonizzatori dello stesso.

Spero di essere stata chiara e di non avere provocato ulteriori fraintendimenti sull’argomento.

Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com

Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione

Scotch Broom e l’altra visione

La visione che si ha del mondo determina uno stile di vita: una visione solare, utopica, cinica o del tutto sfiduciata, non fa che determinare, oltre a ciò che si è in quel momento – proprio in senso auto identificativo – la realtà per come si presenta o si presenterà.

Scotch Broom fiore californiano possiede la capacità di fare penetrare nel profondo dell’essere umano una visione ottimista, luminosa, persino romantica delle situazioni (se siete dei romantici, in fondo in fondo, riesumerà anche quella caratteristica!) Non è una questione utopica, irreale o irrealizzabile, si tratta piuttosto uno switch, un passaggio vero e proprio, da una visione della vita ad un’altra.

Mi sono ritrovata a pensare il peggio in alcune situazioni, immaginando, quindi regalando una visione alla mente che proietta in un possibile futuro un’immagine distorta e pesante, come tutti siamo abituati a fare: vedere e valutare solo il lato peggiore o tremendo di una situazione. Inizialmente, con l’assunzione di Scotch Broom, ho notato che c’era però anche un’ alternativa a fianco di una visione pessimistica; cosa intendo per alternativa? Intendo dire che ad un certo punto si presentano due opzioni di visione, quella negativa e quella positiva o pro – positiva. Osservando – forse per la prima volta … – rispetto ad una situazione pesante, un’opzione possibilista piuttosto che disfattista, una parte nel profondo dell’animo resta a guardare e a valutare, memorizzando però uno stato d’animo ed emozioni favorevoli che ne scaturiscono e restando piacevolmente colpita. Resta una memoria di queste visioni ottimiste, una memoria che desidera essere riprodotta.

Anche l’occhio vuole la sua parte, si dice spesso, ed è vero: l’occhio ama il bello, l’armonioso, lo splendore, l’autentico perché l’occhio, specchio dell’anima, riconosce questi elementi come propri, di conseguenza li va a cercare. Quello che Scotch Broom ha la capacità di fare è proprio rianimare sentimenti ottimistici riguardo al mondo, alle relazioni, agli eventi di un futuro imminente; è incoraggiante, propositivo, contrario al pessimismo, alla disperazione, alla depressione.

Così, se vi rendete conto di avere una visione cinica (il cinismo è dato da una profonda sfiducia), una visione dark (nera, nel senso proprio del termine), una visione depressa (grigia), una visione senza speranza e opprimente della vita, il consiglio vivissimo che posso proporvi è di assumere il rimedio californiano Scotch Broom. Cambierà l’ottica personale e di come vedere il mondo (il vostro mondo personale, il mondo delle relazione e il mondo come tale).

Tempi di assunzione: dai 2 ai 3 mesi, minimo.

Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com

Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione

Danzare con il proprio destino: il potere di Lady’s Slipper

Lady’s Slipper, fiore californiano della linea FES mi sta insegnando come la personalità, ogni volta, riesca a mettere lo zampino nel percorso del destino il quale, sa benissimo dove deve andare: continuo ad inciampare in questa modalità tutte le volte e piuttosto che lasciare fare a Colui che sa, mi intrometto inesorabilmente, è più forte di me.

Senza l’intervento della personalità, di un ego forte e la mania assurda di volere tenere tutto sotto controllo, la vita sarebbe più semplice, fluida, senza ulteriori ed inutili interruzioni nel procedere nel proprio percorso della propria Vita. E invece no, siamo perfetti costruttori di problemi e difficoltà, fraintendimenti, guerre dettate dall’ossessione di voler comandare, conquistare, controllare qualcosa (anche e soprattutto di non nostra appartenenza).

Se solo cedessimo la mano al “fato” per un attimo, senza interferire ed interagire, lasciando che la spontaneità delle situazioni e del nostro essere più vero e profondo si manifesti, vivremmo, probabilmente, solo di successi, scoperte, sane interazioni, benedizioni. Senza quell’apprensione e quell’attenzione esagerata – come direbbe Vadim Zeland nei suoi libri sul Transurfing – ma solo intenzione pura, potremmo essere ricchissimi, sotto ogni punto di vista e in ogni senso e direzione, ad ogni livello.

Quando ho consigliato l’assunzione del fiore californiano Lady’s Slipper ad alcune persone, la loro vita ha preso, nel giro di pochissimi giorni, quella variante di valico del destino che le ha portate esattamente dove dovevano essere, oltre ogni loro aspettativa e con una risoluzione di alcuni problemi professionali e logistici che parevano lì per lì, di difficile e favorevole combinazione.

Quello che sto personalmente constatando è che questo Fiore californiano mostra come quasi sempre ci intromettiamo in un affare che, paradossalmente, non ci riguarda: il nostro destino. Il destino di ciascuno appartiene al Destino. O danzate con esso o, se tentate di gestirlo con l’arroganza della personalità che crede – cioè si illude – d’avere tutto sotto controllo (la Vita, la Morte), non farete che farvi del male.

E il libero arbitrio cosa c’entra in tutto questo? Il libero arbitrio c’è, esiste e ad ogni nostra decisione corrisponde un destino. Ad ogni azione, una reazione. Abbiamo quindi la possibilità di scegliere, ma qual’è la scelta giusta? Quella fatta con il cuore, senza giudizi, seguendo la propria natura, il proprio sentimento, il proprio bene e un bene comune. Decidere di fare la guerra, porterà alla guerra. Decidere di trovare la strada verso un accordo favorevole, porterà ad un favorevole accordo. Nella prima ipotesi si sa perfettamente dove si andrà a finire, senza tenere in considerazione danni e conseguenze, ma arrogantemente fermi sulla propria posizione; nella seconda ipotesi non si sa come sarà la la strada per raggiungere un obiettivo pacifico, con modalità diverse da una reazione puramente istintuale e fuori dagli schemi. E questo spaventa: per questo motivo la maggior parte delle volte si decide di percorrere una strada nota, ma spiacevole, piuttosto che una direzione nuova, ma inesplorata. Si tratta di reazioni: reagire diversamente dal solito oppure restare in una condizione in cui il problema non si affronta, lo si scontra.

Danzate quindi con il vostro destino: Lady’s Slipper aiuta a scegliere la propria strada di Vita, ciò cui si è destinati ad essere e a fare.

Buon Viaggio nel Destino.

Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com

Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione

Lady’s Slipper fiore californiano

Black Eyed Susan e l’amnesia

Accade a volte che degli irrisolti, dei traumi o degli eventi particolari restino sepolti nei recessi della personalità di un individuo, ad un livello inconscio ed emozionale, e che, da un punto di vista energetico, il ciclo di vita di questi eventi non si sia ancora definitivamente concluso, ma che necessitino di essere risolti a tutto tondo, chiudendo il cerchio in modo completo, a 360 gradi. Uno dei punti focali e il motivo principale per cui alcuni eventi (soprattutto in ambito famigliare) restano in sospeso è perché non sono stati presi in considerazione o non se ne ha una piena coscienza là dove per coscienza s’intende: la capacità di comprendere i fatti che si verificano nella sfera dell’esperienza individuale (grazie Devoto-Oli).

Alcuni eventi che hanno bloccato l’individuo nella massima espressione del suo sé a livello di successo personale o lavorativo, economico o affettivo, provocano un blocco o un limite oltre al quale la persona non si da il permesso di andare e quindi di ricevere; questo accade – inconsciamente – per restare fedeli ad un sistema famigliare.

Questa fedeltà – e rispetto – al proprio sistema famigliare tiene però la persona incatenata in una condizione di non potersi – volersi – concedere ciò che gli spetta dalla Vita, rischiando così di vivere in modo sommesso, denutrito, sottodimensionato, elemosinato e senza mai permettersi di manifestare la massima espressione del suo Se’.

Black Eyed Susan, fiore californiano, lavora in modo estremamente profondo e mooooolto sottile: si sintonizza su quegli aspetti remoti che sono rimasti sepolti in una buia cantina con la convinzione di averli risolti o murati – vivi – per sempre. Ma essi esistono, ed esistono fino a quando non VENGONO RICONOSCIUTI. Solo in quel frangente ci si potrà liberare dall’invisibile cordone che tiene strettamente legati ad un evento traumatico. E solo così si potrà comprendere parte della propria vita, senza colpevolizzare l’altro, ma vedendo realmente quali sono i rispettivi vuoti interiori.

Le amnesie fanno parte di questa gamma di traumi sepolti e rimossi. Black Eyed Susan lavora in modo intenso ma gentile, trasmettendo di volta in volta messaggi al subconscio – e in parte anche alla razionalità – tramite sogni, pensieri, intuizioni, ricordi, emozioni che riportano a galla accadimenti che volevano semplicemente essere ricordati e presi in considerazione. Ciò che poteva apparire risolto si dipana tra le nebbie di antichi rancori, di ingiustizie, del destino e di come sono andate le cose per fare spazio ad una coscienza che permette di illuminare, osservare e andare oltre nonostante la sofferenza.

E’ un rimedio che andrebbe assunto per due o tre mesi, è un rimedio che scava nelle profondità dell’animo umano. Per chi vuole risolvere e procedere nella propria Vita.

Buon Black Eyed Susan a tutti!

SOLSTIZIO d’estate E ALLINEAMENTO DEI TRE PRINCIPI ALCHEMICI

Tra breve, il 21 giugno cadrà il solstizio d’estate, e in questa occasione Sole, Luna e Terra saranno perfettamente allineati in un momento importante che quattro – cinque mila anni fa Egizi e gli abitanti di Stonehenge, i Celti e molte altre culture in giro per il pianeta conoscevano già bene. Anzi, non aspettavano altro.

Non aspettavano altro, gli antichi, che Sole, Luna e Terra fossero allineati (quest’anno in occasione del solstizio d’estate avverrà in contemporanea un‘eclissi anulare in cui la Luna si troverà tra il Sole e la Terra). Letta questa cosa in termini alchemici, avremmo la Luna (simbolo del femminile) che si interpone tra il Sole (maschile) e la Terra (la materia). Dal mio libro “Curare i fiori con i Fiori” ho estrapolato questa piccola parte per presentarvela:

I tre principi alchemicifilosofici

i cui elementi principe sono dati da: Zolfo, Mercurio e Sale

Lo Zolfo (Sulfur) corrisponde all’Anima, la coscienza, il principio maschile e fisso, l’ātmā nella tradizione indiana, il Sole  è legato all’elemento trasformatore del Fuoco.

zolfo

Lo Zolfo è l’Anima intesa come luce che penetra e illumina. Ogni essere vivente ha un’anima, un’energia divina che tiene in vita la Vita. L’Anima non è razionale – logica, l’Anima è di provenienza divina, è un riflesso della Monade, un’idea universale della Mente Super Cosciente proiettata e manifestata nel fisico, nella dimensione terrena.

“L’idea umana” nasce da un’idea divina che ha voluto la manifestazione degli universi, delle galassie, dei pianeti, del nostro sistema solare, della Terra, degli esseri che la vivono.

Il Mercurio (Hydrargyrum = Idrargirio o Argento Vivo)   corrisponde allo Spirito, il Prana nella tradizione indiana, rappresentato dalla Luna   e legata all’elemento Acqua, principio femminile ed elemento mobile

Il Mercurio presiede allo Spirito. La Luna governa l’Acqua e i suoi moti, essa è l’elemento che presiede il mondo delle emozioni. L’acqua è fondamentale per la vita sulla terra e per gli esseri viventi …. Siamo immersi in una condizione acquatica, già da feti prima di venire al mondo. Allo stesso modo siamo immersi in una condizione emotiva.

mercurio

Il Sale  è il terzo principio e corrisponde alla Materia, il risultato finale dell’unione dei due principi maschile (Sole) e femminile (Luna) e rappresenta il Figlio, il corpo fisico.

sale

In Floriterapia la pratica della solarizzazione e della bollitura genera un’informazione, un messaggio vibrazionale (dei Fiori) che viene memorizzato nell’acqua e pronto a sintonizzarsi con le emozioni-pensieri-azioni umane. Il fiore di Bach (o Californiano o altro generato allo stesso modo) è un Figlio, un’ informazione che va nel mondo. Noi stessi siamo figli di un’informazione genetica, ma anche biologica e fisica di due mondi: nostro Padre e nostra Madre. Sole e Luna.

Il 21 giugno la Luna si “intrometterà” tra il Figlio (la Materia) e il Padre (il Sole) in modo tale da creare un‘eclissi anulare solare in cui il disco della Luna lascia scoperto nel Sole un anello luminoso. Potremmo anche dire che il mondo emotivo sarà nel bel mezzo del mondo della materia e del mondo mentale … Ciò molto probabilmente significa che coinvolgerà in particolar modo i primi tre centri energetici inferiori.

Proseguendo ancora in questa lettura esoterica degli eventi, il 21 giugno si creerà un anello luminoso che, come tale  – ANELLO – ha una simbologia ben specifica: eternità, promessa, vincolo ma anche protezione e difesa. L’anello è un oggetto sacro, a prescindere. E’ un impegno, una responsabilità. Così come un figlio. O un genitore. Da genitori si è responsabili per i propri figli sino alla morte e da figli si dovrebbe essere responsabili e coscienti (fino alla morte) del fatto che i propri genitori sono arrivati sulla Terra prima, che ci hanno preceduto. E solo per questo motivo, da figli, si ha la responsabilità di onorarli e accoglierli per quello che sono e sono stati dentro al proprio cuore per ricreare un’unità.

Sole, Luna e Terra non sono certo separati, anche se distanti; se mancasse uno di essi sarebbe la fine del nostro intero sistema solare. 

Dunque, all’arrivo imminente di questo solstizio d’estate, di questa eclissi di sole anulare, di questo coinvolgimento a più ampio spettro, stiamo sintonizzati con il cuore aperto ad accogliere nostro Padre e nostra Madre, indipendentemente dal fatto che siano viventi oppure no. Essi ci sono stati e ci saranno per sempre, nel cuore.

Buon felice e cosciente Solstizio di Estate.

eclissi-anulare-di-sole

 

“>donazione su paypal


Come contrastare le dipendenze?

La domanda esatta sarebbe: cosa provoca le dipendenze?

Ogni qualvolta si parla di dipendenze la mente va subito ad un’idea di consumo e di abuso di sostanze tossiche come droghe, alcool, fumo, ma anche farmaci, psicofarmaci, pillole e tutto quello che, fisicamente, oltre che cerebralmente ottunde e conduce ad un’auto distruzione. Ogni dipendenza porta ad un vortice vizioso che conduce verso il basso.

Il punto è che le dipendenze vanno intese a più largo spettro (il che non significa di minore importanza): si può essere dipendenti non solo da sostanze definite e riconosciute come “tossiche”, ma anche da un altro tipo di sostanza intesa come surrogato di una carenza come ad esempio il cibo, il lavoro, il gioco e persino lo stress (lo stress crea dipendenza adrenalinica).

Tutto ciò di cui si abusa rappresenta ciò che manca e che si cerca di compensare.

Ma cos’è realmente che manca?

Ciò che non è stato ancora ben compreso è IL VERO MOTIVO per cui le persone INIZIANO ad intossicarsi, quindi ad avere dipendenze. Essi cercano una dipendenza, la vogliono a tutti i costi per sopperire ad una profonda carenza interiore e terribilmente dolorosa, una carenza cui nessuno vorrebbe provarne – sentirne – gli effetti: la carenza affettiva del cuore. Spesso – e quasi sempre – di matrice materna.

Il vuoto affettivo del cuore e l’assenza di sane relazioni a livello sentimentale è ciò che genera il dolore più grande che un individuo possa provare. E nessuno ha voglia di provare e vivere quel dannato dolore, così ci si rifugia in un rimedio consolatorio il cui uso deve per forza diventare un ABUSO perchè non sarebbe sufficiente ad intorpidire quella sensazione di vuoto interiore e di dolore. Successivamente il corpo fisico si abitua a generare ormoni e endorfine che richiamano costantemente ad un tipo di sostanza, di sensazione, di emozione, di forma – mentis che obnubila la realtà, la fisicità, l’emotività e la profondità del vuoto dei propri sentimenti e dolori profondi.

In realtà, la risoluzione a tutto ciò sarebbe molto semplice per chi volesse iniziare un percorso di disintossicazione affettiva (da qui bisognerebbe realmente partire) per evitare, anche in futuro, di passare da una dipendenza ad un’altra in modo altalenante e costante …

Un primo importante step dovrebbe avere luogo tramite la consapevolezza che ogni dipendenza trova il proprio nucleo centrale in un vuoto affettivo. Banale, ma semplice.

Basterebbe iniziare un percorso terapeutico, perché di terapia si tratta, con qualche rimedio californiano per ripristinare un sano distacco da ogni tipo di dipendenza affettiva, riportare un’autonomia individuale volta a produrre indipendenza affettiva, il che significherebbe smettere di … pendere da qualcun o da qualcos’ altro.

Il ripristino dell’ INDIPENDENZA SENTIMENTALE è l’unica vera cura e soluzione per evitare rapporti basati sulla dipendenza, sulla possessione, sulla paura e sulla dipendenza reciproca.

Con la speranza di avere dato utili informazioni rispetto ad una tematica molto diffusa, sia in ambito clinico che umano, per chi lo volesse resto a disposizione per consulenze private nel caso sia percepita la necessità di iniziare un percorso di crescita che volge in questo senso.

Con gratitudine.

Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com

Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione

Dill: come smettere di subire (mentalmente) la tecnologia

Come difendersi dal caos tecnologico? Come digerire tutte le informazioni, nozioni, immagini, video, influencers, youtubers, haters e tutto ciò che si manifesta sia per lavoro che per passatempo, su ogni canale digitale, pc, tablet, smartphone e quant’altro entrato nelle nostre vite quotidiane da ormai vent’anni?

L’aneto, detto anche finocchietto selvatico che si trova nei campi e cresce in modo spontaneo, corrisponde al fiore californiano Dill (Anethum graveolens); l’aneto, pianta comune, ha proprietà digestive, carminative (ha la capacità di facilitare l’espulsione dei gas intestinali), antispasmodico, calmante in caso di coliche, crampi di stomaco e singhiozzo; è ricco di antiossidanti e tannini utili a diminuire il rischio di malattie cardiovascolari e mentali, favorisce la salute delle ossa grazie alla grande quantità di magnesio, calcio e fosforo.

Esattamente come il rimedio floreale, l’aneto ha la capacità di “ripulire” e sgombrare sia l’intestino (considerato il secondo cervello) che la mente: ha la facoltà di facilitare l’espulsione di gas intestinali che corrispondono alle eccessive elucubrazioni mentali, e di migliorare la capacità dello stomaco di accettare e digerire cibi nonché informazioni e dati.

Dill fiore californiano, aiuta a ristabilire o a mantenere una mente pulita e lucida dall’oppressione social e da tutti i bombardamenti media cui si è esposti quotidianamente. Il suo effetto è pressoché immediato, ci si rende subito conto che la mente riceve una pulizia energetica a discapito di un eccesso di tecnologia e di sovraccarico di informazioni, dati, immagini.

E’ il rimedio utile per chi lavora ore e ore davanti ad un computer o per chi, per esigenze lavorative ma anche di vita quotidiana, tende ad essere costantemente connesso al web.

Dill è utile per restare lucidi, evitare di essere fagocitati da un sistema perennemente interconnesso che ha modificato le priorità degli individui, tra le quali la soppressione e l’intorpidimento dei sensi là dove sono proprio i sensi a dare la giusta cognizione di ciò che accade attorno a noi.

Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com

Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione

macro shot of yellow dill flowers
Dill fiore californiano

Corn e il senso di claustrofobia

Quante volte non ci si è sentiti bene nella propria pelle? La pelle è il confine tra il proprio corpo fisico e il mondo esterno.

Chi vive un disagio del proprio corpo fisico manca di un sano collegamento alla Terra, ha scarse radici, là dove per radici intendo radici famigliari sane e robuste, ma anche radici “energetiche” di stabilità, fermezza, salute: tutta la base di quella che è stata definita dalla piramide di Maslow.

Una persona poco radicata potrebbe avere problemi ai piedi o alle gambe, che sono il più diretto collegamento con la Terra. Non essere radicati significa anche essere eccessivamente emotivi o essere eccessivamente mentali (e freddi) e perdersi nella fluttuazione di queste due condizioni per lasciarsi trascinare dagli eventi della vita. L’importanza di un sano radicamento è la prerogativa a cui Corn fa riferimento. Ripristinare le proprie radici, la solidità, il sostegno, il nutrimento, la vita, la gioia della vita in sé, tutti elementi legati alla Terra.

Corn aiuta ad allinearsi con la Terra tramite il corpo, i piedi, e tramite la realtà.

Corn aiuta a partire dall’interno, da se stessi: la frequenza su cui lavora è il sentirsi a disagio dentro al proprio corpo fisico che, conseguentemente, riporta ad un disagio di vivere in alcune situazioni o ambienti e la cui manifestazione può rivelarsi anche tramite eventi di claustrofobia.

Qual’è la matrice di questo disagio?

Il disagio nasce dentro al corpo da cui siamo stati concepiti, ciò che è accaduto durante il passaggio nel momento della contrazione uterina, poco prima di venire alla luce. Lì è accaduto qualcosa: una fatica, un sacrificio, un dolore, una restrizione che ha fatto temere la vita. Si tratta di qualcosa di cui non si ha una memoria razionale, ma ne è rimasta una memoria cellulare.

Corn ripristina un senso ampio di godimento degli spazi, quasi bucolico: la Natura, gli alberi, gli animali, una visione esteriore del mondo per la sua interezza e naturalezza, un’identità e una unità con il Tutto, la comprensione di essere parte di un sistema e di un ecosistema più ampio. In effetti la personalità Corn ama e necessita di spazi aperti e di molto spazio attorno a se: anche in contesti casalinghi o lavorativi mal sopporta ambienti stretti, situazioni trafficate e caotiche.

La costrizione verso queste situazioni di vita, porta inevitabilmente ad un cambiamento, ed è il grande cambiamento di cui necessita la personalità Corn: individuare la propria Natura, i propri spazi, i propri ritmi e cicli naturali, un ritorno alla Terra.

Corn ripristina il vivere a proprio agio non solo all’interno del proprio corpo, ma anche in ambienti e in contesti di vita quotidiana, risolvendo anche situazioni relative alla claustrofobia.

Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com

Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione

Corn – Zea mais

Scarsa autostima o sfiducia in se stessi?

A volte si tende a confondere la scarsa autostima verso se stessi con la sfiducia in sè stessi. Le due cose sono spesso co-dipendenti l’una dall’altra, ma alle volte c’è un’urgenza: l’urgenza di risolvere un problema di disistima, piuttosto che l’urgenza di risolvere un problema legato al credere in se stessi.

La voce della sfiducia sussurra all’orecchio che, tanto – quindi a prescindere da tutto – non ce la farai. Che tanto, – come l’ultima volta o quella volta – andrà a finire male. Che tanto, lo so, anche questa volta sarò abbandonato, tradito o quantomeno fallirò. A questo punto non vale neanche il tentavo, quindi perché provare?

Come vi sentite?

La voce della sfiducia infossa e insabbia in ogni occasione possibile un metro sempre più giù, l’Io. Ma il vero problema non è questo: il vero problema è che attira a sé la sua realtà perché vuole avere ragione, avere la ragion d’esistere. E così: non andrà, non funzionerà, sarà tradito, lasciato o si sentirà un fallito semplicemente per aver lasciato la parola alla voce della sfiducia, ma soprattutto per averci creduto profondamente.

La disistima di sé ricopre un aspetto più sottile e possiede profonde radici in terre lontane. Si tratta dell’idea incarnata che si ha di se stessi. Davanti ad uno specchio, cosa pensereste? Pensereste che forse sarebbe meglio non esporsi troppo, pensereste che sarebbe meglio restare dietro le quinte dell’amore o del successo piuttosto che mostrarvi nell’integrità di ciò che siete? Pensate di non meritare nulla di speciale o straordinario dalla vita perché semplicemente non ne siete all’altezza? Pensate di essere nati sbagliati quando tutti sono nati giusti? Ecco dove risiede la straordinarietà: nell’essere diversi, nel prendere in mano la propria specialità di vita e viverla.

Difficile? Sì, ma non impossibile.

La fiducia la riacquistate con la frequenza del fiore di Bach Larch, mentre l’autostima la ripristinate con il rimedio californiano Buttercup. E se proprio decidete di crescere, allora non esitate ad aggiungere il Fiore Californiano Fairy Lantern.

Non è un viaggio fantastico?

Se desideri un consulto puoi scrivere a : fioripergaia@gmail.com

Se desideri prendere parte ai miei corsi vai alla pagina: corsi e formazione

Star of Bethlehem, consolare la ferita

Il fiore di Bach Star of Bethlehem è in fioritura proprio in questo periodo, sotto Pasqua, per ricordarci che il dolore può essere lenito. L’ Ornithogalum umbellatuum conosciuto anche con il nome comune Latte di gallina, non può evitare di attirare l’attenzione se si va in giro per campagna, lungo un sentiero verde o a fare due passi in collina. E’ attrattivo per la sua intensa luminosità bianca, impossibile non vederlo. Ma soprattutto impossibile non soffermarsi a contemplare qualcosa che, in profondità, appartiene ad ognuno: una ferita. Spesso una profonda ferita. Un colpo inferto al cuore, una pugnalata – sentimentale – infra scapolare, un lutto, una separazione vissuta come un lutto, il senso di abbandono, di non essere sorretti, curati, amati, visti.

Ognuno porta dentro di sé una ferita, recente o lontana nel tempo: il punto è che il dolore non ha un tempo, a volte pare perpetuo. Il dolore interiore non viene contemplato nella società moderna, bensì offuscato, ottenebrato e infine mai risolto, quando invece c’è l’opportunità di svelarlo, affrontarlo, guardarlo in faccia così come si osserva Star of Bethlehem nel momento in cui lo si incontra sul cammino. Semplicemente lo si osserva nella sua interezza, nella sua purezza, nella sua lucidità. Così andrebbero affrontate le sofferenze dell’esistenza umana, così si potrebbero affrontare i dispiaceri, i dolori, le ferite dell’anima, del cuore, dei sentimenti, delle emozioni e le offese percepite dalla personalità.

Lungo il cammino, dentro ad un dolore, c’è un’opportunità: di scelta, di risoluzione, di vita. Il dolore della morte può essere colmato con altrettanta consolazione, comprensione, persino condivisione.

Star of Bethlehem che cresce ogni anno nella primavera pasquale indica che, a fronte di una morte, c’è una resurrezione, che a fronte di una ferita apparentemente incolmabile, c’è guarigione, che non tutto è perduto, che ogni situazione ha un nuovo e vigoroso inizio.

Siate la consolazione di voi stessi senza cercare spasmodicamente qualcuno o qualcosa di esterno che mai riuscirebbe a colmare – e calmare – o guarire quella ferita. Semplicemente ascoltatela, osservatela e, in caso di bisogno, affidatevi all’alto potere spirituale di guarigione di questo semplice ma essenziale Fiore di Bach: Star of Bethlehem.

SOLSTIZIO D’INVERNO E LA NUOVA LUCE DI MULLEIN

Come sappiamo il 21 dicembre è la notte più lunga dell’anno, in cui le ore di luce sono poche, ma dal giorno successivo, in pieno inverno e cioè nel pieno buio dell’anno, le giornate, paradossalmente, inizieranno gradualmente ad allungarsi, a cedere luce nell’ombra.

Personalmente un pò mi dispiace, a volte vorrei che l’inverno durasse di più per avere maggiore tempo a disposizione per l’ introspezione, maggiore tempo per dirigere l’attenzione all’interno piuttosto che all’esterno, per isolarsi – e questo magari grazie anche alle condizioni atmosferiche – e riflettere sul da farsi. Accendere luci soffuse e candele piuttosto che vedere luci al neon e caos intorno.

A dire il vero vorrei in realtà che più persone si rendessero conto che c’è un tempo anche per l’introspezione, che richiede di stare fermi, di smettere di correre; un tempo per riflettere e fare valutazioni, tirare le somme della propria esistenza fino a quel punto della vita e chiedersi quanto si è felici e soddisfatti, quanto ci si è messi in gioco, quanto ci si è imbattuti in inutili performance per dimostrare di essere i migliori, i più prestanti e competitivi anche a rischio della propria salute. Quanto si è disposti a tenere una posizione. Quanto si è disposti a lasciare andare. Quali priorità ci sono nella propria vita. Se siamo stati in grado di rimanere fedeli al nostro Sè o se abbiamo tradito noi stessi. Valutazioni, semplici valutazioni.

Per ricavare un momento con Se stessi il Fiore Californiano Mullein è certamente il più adatto: richiama ad un senso di rettitudine, ad una sincerità interiore, ad un forte senso di coscienza interiore a discapito delle menzogne o dell’inganno che tendiamo a noi stessi.

A volte si tende a combattere con la propria coscienza, ci si trova a dibattere circa una posizione da prendere e alcune azioni si incarnano in manifestazioni di disonestà, tradimento, inganno nel condurre la vita di tutti i giorni. Si tratta di personalità la cui fermezza morale è stata minata.

Questo rimedio ripristina la voce interiore che si collega al Sè più elevato: a quel punto la personalità è chiamata a rispondere a se stessa per prendere pozione riguardo la propria verità interiore nonostante la pressione sociale o famigliare che vuole spostare l’ago della bilancia verso un’altra direzione.

Il Fiore permette di acquisire rettitudine illuminata dalla propria Verità interiore. Il Fiore Mullein illumina la coscienza persa nell’oscurità delle tendenze e pressioni sociali. Per restare se stessi.

Buon Solstizio d’Inverno.

 

Solitudine

Nel giro di poco più di una settimana ho sentito donne, amiche e colleghe affermare, in diverse situazioni, di sentirsi sole. Sole all’interno di una condizione famigliare, sole rispetto a decisioni prese in contrasto con il partner, sole davanti a questioni lavorative in cui transige la disumanizzazione del personale, sole persino nei confronti di un servizio sanitario nazionale che non guarisce, accompagna, ascolta o consola, bensì esclude.

Penso non si tratti realmente di solitudine, ma di essersi rese conto di essere  incomprese, abbandonate, emarginate. La solitudine è un fattore secondario, di riflesso. Si tratta di una notte buia dell’anima mescolata con il peso intransigente sui cui poggia l’esistenza di persone, la vita relazionale o di coppia, la vita lavorativa. Il peso della solitudine è accompagnato dalla consapevolezza del non conoscere fino a quando questo periodo avrà una durata; di conseguenza, non si può sapere fino a quando e in quali condizioni si potrà sostenere la situazione fisicamente ed emotivamente. Fino anche a quando la mente potrà restare lucida per sopportare.

Così, vorrei dare qualche supporto tramite l’uso dei Fiori.

Di certo il primo rimedio a cui penso è Penstemon (fiore californiano) che aiuta a sostenere il dramma e la sensazione di essere come dei fuggitivi in balia di un mondo sottosopra in cui non ci si riconosce più o con cui non ci si è mai confrontati prima. Penstemon racchiude l’attitudine a perseverare nonostante le avversità esterne, a mantenere una salda fermezza interiore per sostenere la propria crescita ed evoluzione persino nelle circostanze più dure.

Sweet Chestnut per passare  e superare la “buia notte dell’anima”, quel momento della vita in cui tutto pare nero e si tocca con mano la vera solitudine interiore che altro non è che l’essenza di se stessi per ciò che si è. Da quel momento in poi, superata la notte buia dell’anima, nulla sarà più come prima, la personalità sarà trascesa per raggiungere un livello diverso di profondità di sé stessa.

Star of Bethlehem, fiore di Bach: curativo, consolatorio e confortante per tutte le situazioni e impressioni in cui ci si è percepiti come “sfruttati“, prosciugati senza la benché minima comprensione, senza un ritegno, nonostante le difficoltà o gli sforzi fatti per “restare in piedi”. Il senso di trascuratezza e di incomprensione porta ad uno stato d’animo che tende ad anestetizzarsi dal trauma, ma il sistema nervoso rischia di indebolirsi e la mente perde di vitalità, creatività, coerenza.

 

Da non escludere sicuramente il rimedio Echinacea, fiore californiano, per ristabilire l’integrità dell’Io che si percepisce solo, devastato e senza speranza. Echinacea rimette insieme i pezzi dopo la disintegrazione, ricrea l’integrità, l’unità, la solidità per andare avanti. E’ un rimedio fondamentale.

Per queste donne e per tutte quelle persone che vivono la disintegrazione interiore davanti al crollo di schemi su cui l’esistenza si era basata fino a poco tempo fa, dedico questo articolo nella viva speranza che tutte e tutti possano reintegrare nella propria vita non il senso di comunità al posto della solitudine, ma il senso di interezza al posto della disgregazione sociale.

 

 

Fawn Lily e l’ultra sensibilità

Fawn Lily, fiore californiano della linea FES, in arte botanica Erythronium purpurascens, presiede a delle caratteristiche molto particolari. Solamente osservando la Segnatura della pianta (un bulbo della famiglia delle Liliacee), si nota la delicatezza del fiore, e quindi dell’effetto stesso del rimedio. Fawn Lily volge il suo sguardo verso la terra, ma con petali attirati dal cielo, dall’alto del suo essere; in effetti si tratta di una personalità altamente spirituale, il cui potenziale è enorme, ma non correttamente utilizzato in quanto tende, per natura, all’isolamento dal mondo, ad una eccessiva introspezione e a stati meditativi che innalzano ma che, allo stesso tempo, allontanano dalla praticità della terra e dal coinvolgimento con il mondo (che osservano dall’alto verso il basso).

Di fatto, il potenziale di questa personalità è per il mondo, rivolta agli altri, poiché solo per se stessa il suo potenziale è sovra elevato: essa è in grado di aiutare gli altri a sviluppare una coscienza e un viaggio interiore per la cura del sé, delle proprie fragilità – in quanto di fragilità, la personalità Fawn Lily, se ne intende benissimo – e di accettarle completamente. Questo rimedio aiuta a fortificare una personalità introversa e particolarmente sensibile, fortemente spirituale, ad accettare se stessa, ad affrontare il coinvolgimento e il confronto con il mondo portando la propria esperienza sottile nella praticità della vita quotidiana, insegnando e adeguando i valori spirituali con situazioni reali, attive, concrete, domestiche e urbane.

L’ultra sensibilità di Fawn Lily può manifestarsi in una freddezza emotiva come conseguente arma di difesa: il rovescio adeguato di questa medaglia, come atto di purificazione e decongestionamento, sarebbe dato da un’affermazione che incita, come suggerisce qualcuno … : 

” … la mia debolezza è uno stile di combattimento!”

Fawn Lily riporta ad una profonda consapevolezza di sé nell’atto di un’ultra sensibilità che consente di passare da una solitudine spirituale al confronto con la frenesia e la durezza del mondo, condividendo a piene mani le proprie doti con il prossimo.

Baby Blue Eyes e il cinismo

La visione pessimistica della vita, il non fidarsi di nessuno, il cinismo così pure il daltonismo, hanno le proprie radici profonde in una relazione mancata con il padre. Il padre rappresenta la fiducia, la protezione, è colui che indica la via e che mostra ai figli i rischi della vita.

Questa figura maschile è legata al rapporto con la Vita mentre la madre, che ci mette al mondo, paradossalmente è più legata alla morte poiché lei stessa ha vissuto e vive più spesso momenti legati al sangue, alla perdita di vita e di conseguenza alla morte. Inoltre si sa, le madri sono spesso piene di preoccupazioni per i propri figli e del peggio che può accadere loro. Mentre i padri, come uomini, sono pronti o quantomeno più propensi ad affrontare il mondo e i suoi rischi.

Che ci sia stato un padre, oppure no, che sia stato presente oppure no, questa tematica appartiene in ogni caso ad ognuno di noi poiché da lui proveniamo biologicamente. E senza di lui nemmeno noi potremmo esserci. Le scelte che i nostri padri hanno fatto prima di noi in realtà non dovrebbero comportare giudizio alcuno poiché noi non siamo stati lui o al posto suo o nelle sue condizioni, di conseguenza non possiamo sapere esattamente come sono andate le cose. Partiamo da questo presupposto e dal fatto che siamo venuti dopo di lui.

La mancanza, l’assenza emotiva del padre o situazioni squilibrate con questa figura hanno certo comportato dentro noi stessi le medesime carenze o squilibri. Come possiamo accorgercene? Ad esempio rendendoci conto che non ci fidiamo di nessuno (tranne che di noi stessi … ovviamente!) oppure che abbiamo una visione distorta del mondo, delle relazioni e problemi con l’autorità (perché è anche questo ciò che lui rappresenta: l’autorità) o che siamo irrimediabilmente cinici che significa essere freddi, sprezzanti, indifferenti, insensibili (all’apparenza).

Un amico divenne daltonico dopo la perdita del padre. Il suo mondo, senza la figura paterna, era diventato in bianco e nero.

Nel momento in cui si perde la fiducia nel padre, i rischi e la protezione dai rischi o dai tentavi di camminare nel mondo verranno a mancare o vacilleranno; ma ad un certo punto bisognerebbe scegliere se continuare a vivere con questa percezione pessimistica – e tutto quello che ne consegue, cioè una realtà pessimistica – o se iniziare a cambiare versione e visione di noi stessi e del mondo. Inoltre ci sono fasi nella vita in cui la sua figura archetipica a maggior ragione va integrata per il semplice fatto di poter scegliere se vivere una vita a luci accese piuttosto che spente.

 

Baby Blue Eyes, fiore californiano, è il rimedio che integra la figura paterna e il vissuto che abbiamo avuto con lui. Va assunto per anni in alcuni casi, non lo nego, ma ne va della propria crescita personale, professionale, relazionale.

 

 


SUNFLOWER e il solstizio d’estate

Che rapporto avete, o avete avuto, con vostro padre?

Di conflitto, di rivalità, di rispetto o di fiducia?  Io vedo che con l’anzianità di un genitore, tutto si trasforma. Si trasforma il genitore stesso e ci trasformiamo anche noi. E’ del tutto inutile restare attaccati ad avvicendamenti accaduti trent’anni prima o forse anche più. I genitori arrivano ad un punto in cui non sono più in grado di difendersi da soli e di conseguenza, non riescono a difendere i propri figli come facevano un tempo. E se non lo hanno mai fatto, con l’età della vecchiaia, in ogni caso hanno perso le forze anche per ferire. Credo che ad un certo punto i figli debbano essere compassionevoli e ringraziarli solamente per la vita che i genitori hanno accordato di dare loro.

Il solstizio d’estate rappresenta il punto focale in cui il Sole è al suo apice e sopra le nostre teste. Nelle antiche civiltà il Sole era venerato come un Dio: Elio, in Grecia e nell’area del mediterraneo, Ra per gli egiziani che viaggiava sulla sua  barca solare, Tonatiuh per la mitologia azteca, Surya per gli induisti mentre, nella cultura alchemico-spagirica il sole è la rappresentazione del Padre, quale principio maschile per eccellenza.

Senza Sole non potremmo vivere così come senza Padre non potremmo. E’ il seme che fa parte di uno di due, di coloro che hanno dato inizio alla Vita.

Quale momento migliore se non durante l’apice  del solstizio d’estate (21 giugno) per dare inizio ad una svolta interiore del lato maschile che ci compone? Sia a livello genetico, ma anche da un punto di vista spirituale. Maschile e femminile fanno parte di ognuno di noi, curati, considerati oppure no, essi esistono e sono parte della nostra personalità.

Sunflower (Helianthus annuus, il girasole), fiore californiano della linea dei rimedi floreali di Patricia Kaminski e Richard Katz, aiuta a rimodellare, integrare, beneficiare e ristabilire il contatto con il proprio ed esclusivo lato maschile: quello ereditato, quello pensato, quello creduto, quello attuale. A qualsiasi livello vi troviate in questo momento, non è mai tardi per iniziare a lavorare con Sunflower per integrare un aspetto che, in ogni caso, ci appartiene. Meglio quindi portare equilibrio e divenire saggi piuttosto che bruciare di arroganza, tentare di schiacciare il prossimo per sentirsi miserabilmente forti e dare prova di un ego, in realtà, molto debole e senza dignità.

Prendete in mano la responsabilità del vostro lato maschile e fatene uscire uno dei Soli più illuminanti e compassionevoli che si siano mai visti tra gli uomini.

Buon Solstizio

“>donazione su paypal


Larch e la fiducia ritrovata

La fiducia o la si ha innata o, se si vogliono raggiungere i propri obiettivi e desideri più profondi, va “ri – creata”. E’ molto più comune nascere sfiduciati piuttosto che con una carica emotiva di fiducia che non guarda in faccia a niente e a nessuno. Ed è ancora più semplice restare nella sfiducia e lasciarsi vivere piuttosto che decidere di riorganizzare la propria esistenza sulle basi di ciò che si vuole davvero fare.

La stra grande maggioranza delle persone vive nella sfiducia, il che significa auto giustificarsi di non potere, non riuscire, che non è il momento giusto, il tempo giusto, che non si ha più l’età, che le necessità sono altre, la priorità è pensare ad un futuro sicuro e che un giorno, forse, si farà dell’altro, ciò che si sogna, magari.

Come disse molti anni fa un mio insegnante di vita e di crescita personale:

“Lo sport preferito degli esseri umani è quello di raccontarsela”.

Sì, in effetti le necessità quotidiane sono altre e bisogna pensare ad un futuro sicuro. Ma questo futuro è anche sostenibile? Cioè, rende felici? O rasenta la rassegnazione? Perché questo fa la differenza.

Non agiamo per timore di fallire, di non riuscire, di dover tornare sui nostri passi e allora piuttosto si rinuncia, ma spesso si rinuncia prima di iniziare. Ecco spiegata in una frase il significato di sfiducia.

Se ci si rende conto di questo aspetto che vive in noi e si ha voglia e bisogno di reagire, allora è il caso di affrontare a quattrocchi la FIDUCIA.

Ma cos’è la fiducia?

Fiducia è credere nelle proprie forze per raggiungere le proprie aspettative. E’ certezza, sicurezza, ottimismo, fede, la tranquillità che prima o poi ciò cui si aspira, si realizza. La fiducia è anche una questione di prestigio, di buona reputazione, di considerazione favorevole.

Penso che moltissime persone vivano una vita mediocre, di rammarico o di tristezza perché non hanno mai nemmeno tentato di essere qualcosa di diverso da se stessi per il timore di non riuscire. La fiducia è un elemento basico, radicale, primario che tutti dovrebbero avere nel proprio essere per vivere una vita piena e sostenibile.

Come fare per acquisire o ri appropriarsi della fiducia (anche partendo da zero)? Con LARCH, fiore di Bach, rimedio dalle lunghe frequenze di auto guarigione che va assunto per tanto tempo quanto vi sentite sfiduciati. Non demordete, fino a quando nulla vi sembrerà più impossibile e tutto raggiungibile. Siete voi e la vita è vostra. Nessuno può o deve condizionarla.

Ritrovate la piena fiducia in voi stessi e andiamo nel mondo, che ha voglia di essere cambiato.

P.S. Larch è il rimedio di Bach proveniente dal fiore del Larice, Larix decidua: il larice è l’unica conifera ad essere a foglia caduta.