L’inquinamento voluto: quando sfugge di mano

E’ ben noto, ora come ora, a che cosa stiamo andando incontro. L’antropocene (l’era in cui l’uomo influenza l’ambiente e di cui ne pagherà le conseguenze) è una realtà. Vera,  per via dell’inquinamento atmosferico, terrestre, acquatico, o presunta, per agenti che modificano intenzionalmente il clima. Per chi dubitasse ancora che il clima potrebbe NON essere modificato per mano umana, che parrebbe un’assurdità, ricordo che tra il 1940 e il 1950 il Dott. Wilhem Reich inventò lui stesso un macchinario in grado di percepire l’umidità dell’aria, accumularla e rilasciarla sotto forma di pioggia con lo scopo di creare situazioni piovose in luoghi siccitosi per permettere di coltivare là dove sino a prima non era possibile. Il suo scopo era progressivo verso l’umanità, lo scopo di nutrire i popoli che vivevano in zone con agricolture povere. Mi sono sempre chiesta, all’alba del 2019: se Reich aveva messo a punto a fin di bene un mezzo per portare pioggia in luoghi siccitosi nel 1950, com’è possibile che negli anni duemila … o forse anche ottanta, nessuno si sia premurato di fare la stessa cosa? L’idea era buona, i mezzi si potevano costruire ma la maliziosità dell’ego umano poteva anche portare a qualcosa di dannoso, piuttosto che di benevolo. Poteva anche essere che sperimentare il gioco del clima con la Natura portasse a conseguenze inaspettate o non calcolate. Chi può dire come reagisce lo spirito del vento, delle maree, delle montagne e dei mari una volta aizzato come un carbone ardente?

Gli scritti pubblici di Reich furono bruciati come fossero una forma di eresia, fu radiato dall’ordine dei medici di cui faceva parte, arrestato dall’FBI e lasciato morire in un penitenziario americano.

Negli anni ’80 mio padre e un suo collega (faceva il meccanico di automobili) avevano brevettato l’auto a emissioni zero attraverso l’uso dell’olio di colza. Il brevetto non fu mai fatto passare, lo hanno mantenuto vivo economicamente presso l’ordine dei marchi e dei brevetti finché hanno potuto, ma non fu mai accettato.

Negli anni – quasi – 2020 si parla (sempre si parla) di eliminare le auto euro 1-2-3-4 ed euro 6 prossimamente per ridurre l’impatto ambientale. Io sono perfettamente d’accordo, ma:

  1. quali sono le opzioni reali e concrete ad impatto zero che il governo e le regioni danno ai cittadini?
  2. Perchè il decreto anti – inquinamento sancisce che  saranno esclusi i mezzi pubblici (a malapena euro 3),  i mezzi degli artigiani (spesso furgoni anteguerra), i mezzi della polizia varia ed eventuale e che comunque negli orari di punta è possibile circolare per chiunque?
  3. Non dovrebbero il comune, la regione, lo stato per primi dare il buon esempio? (Bus a norma, mezzi moderni elettrici o alternativi) Non dovrebbero queste istituzioni creare opportunità reali e concrete e non le solite pezze ricucite su se stesse per un bene comune?
  4. Perchè eliminare solo i mezzi a diesel? La benzina non è inquinante? Non era stato creato il diesel per ridurre le emissioni della benzina?

Nei Paesi Bassi l’azienda Royal Lemkes, produttrice di piante a livello internazionale ha degli impianti 100% impatto zero che funzionano a energia solare. Paesi Bassi. Italia?

L’antropocene è anche questo e, come disse tanti anni fa una persona in apertura ad una conferenza importante: lo sport che ama di più l’essere umano è quello di raccontarsela.

Solo che non sono stati fatti i conti con la vera natura della Natura. Sconvolgere il clima attraverso forme di inquinamento patologico indotto o creato, è come andare a mettere polvere da sparo dentro ad un vulcano acceso. Se ne può presumere la reazione, ma non le reali conseguenze.

Sono rimasta fortemente impressionata dalle recenti immagini degli alberi abbattuti su un’intera montagna in Veneto. Era come vedere dei martiri sacrificati a nome della testimonianza. Il sacrificio di questa specie vivente, in questo modo così violento testimonia i disastrosi effetti umani. Peggio, molto peggio di un fiume che si allaga e si espande conquistando terre e case. Del fiume si sapeva, solo l’ego può pensare di dominare la natura. Così come chi ha scalato l’Everest pensando di dover raggiungere a tutti i costi il proprio personale primato senza considerazione e rispetto degli eoni ed eoni dello spirito della montagna e della montagna stessa come essere vivente. Ma cosa siamo? Pulci sulla pelliccia di un cane.

L’insegnamento della Natura è sempre dietro l’angolo, noi, che facciamo parte dei Lei, siamo figli e integrazione se vogliamo integrarci, altrimenti saremo rigettati. La Natura non conosce politica, religione, sindaci, conosce solo la Verità degli Elementi. Azione, reazione. Modificare il clima in modo diretto o indiretto, evitare di prendere seri provvedimenti (partendo da un fattore umano sano di principi e per un bene comune) a Lei non interessa, non interessa che cosa stiamo cercando di fare in modo veritiero o fasullo. Solo le conseguenze saranno la risposta ai fatti. E gli alberi del Veneto, a mio avviso, hanno dato una forte scossa emotiva alla super intelligenza subconscia umana, per chi volesse ascoltarla, in un modo impressionante, perché se persino loro non hanno retto, allora noi? Sdraiati a terra, rasi al suolo, gli alberi. E sono la specie vivente più longeva del pianeta terra, gli alberi.

Questa strage di innocenti ci voleva, come in ogni guerra i morti servono ai futuri accordi di pace. Tristemente e ancora una volta non siamo stati in grado di arrivarci prima delle stragi. Abbiamo bisogno di morire, per capire l’importanza del vivere. E sia.

 

alberi caduti