Le facce dell’Egoismo

Una donna giovane entra in un negozio di fiori accompagnata dalla madre anziana. Sceglie una pianta e chiede alla commessa di fare una confezione:

– Sa… – dice la donna – è per una bambina che non c’è più.

La donna porta omaggio a sua figlia morta piccola. Una volta al mese va e compera un fiore da mettere sulla tomba della figlia. Ogni volta la donna spiega alla commessa che quel fiore è per la sua bambina che non c’è più. La commessa non si esprime, visto il dolore, non ci possono essere parole, ma si ricorda benissimo della donna e del perché di quei fiori. Con un senso di tacita comprensione nota poi come quella donna sia restata imbrigliata nel sentimento del lutto, come non si stia accorgendo che la sua perdita possa diventare eterna e il suo sacrificio di non vita non sia utile a nessuno, nemmeno a sua figlia che, anzi, rischia di rimanere imbrigliata in una terra di mezzo del post – morte. La donna che ogni mese va a chiedere un fiore per la tomba della figlioletta, è una donna morta. Persino il colore della sua pelle è verdognolo, pallido, gli occhi spenti e senza lacrime. Non si discute sulla Morte di un figlio. Ma si potrebbero discutere sulla mancanza di rispetto nei confronti della Vita, nei confronti di chi, insieme noi, continua a camminare nel mondo. Vivere e fingersi morti, solo in tempo di guerra ha potuto salvare qualche vita. E’ un meccanismo animale di sopravvivenza. Il dolore del lutto, che va espresso e attraversato, può essere elaborato, trasformato. Altre persone, rimaste completamente sole, portano fiori sulla tomba dei propri cari vivendo il dolore, la mancanza. Vivendo. Struggendosi, toccando l’apice della ferita interiore, pur andando avanti. Ho conosciuto chi ha avuto una vita molto dura, chi si trova solo al mondo, chi può contare solo sulle proprie forze interiori e nessun altro. Eppure continua a fare progetti. Ognuno esprime il dolore e la perdita a proprio modo, ma la commiserazione di se stessi è una mera forma di attaccamento. L’auto commiserazione è ben espresso nel fiore di Bach da Willow. Sulla perdita di un figlio non si discute così come sullo stato di salute o di malattia di una persona: anche in questi casi però ho avuto l’esempio vivente di persone con patologie rarissime e casi clinici unici al mondo, prima sopravvivere, poi  tornare a vivere – sposarsi, fare figli, avere una famiglia.

Ognuno è libero di scegliere della propria vita così come della propria morte. Vivere di attaccamenti legati alle prove che la vita ci riserva senza elaborare i passaggi stretti che l’anima si sceglie, è come restare morti fino a quando non si avrà di nuovo un “risveglio”. Vivere di attaccamenti al dolore di una perdita, alla propria malattia, ad un amore che non c’è più, al cane scappato di casa, al fatto di avere pochi soldi, non è altro che continuare egoisticamente a restare aggrappati a questi eventi. L’egoismo è smettere di prendere in considerazione le persone vicine pensando solo a se stessi, alle proprie problematiche come fossero uniche al mondo, è parlare sempre al singolare, ciechi davanti al prossimo. L’egoismo il più delle volte è “nascosto” da facciate di buonismo, di volontariato, di … “non ti preoccupare, faccio io per te”; un egoismo che spesso non vede l’ora di nutrirsi di situazioni “sfortunate” e terribili trascinando le persone care in un abisso profondo.

L’egoismo è:

… un atteggiamento che implica la subordinazione dell’altrui volontà e degli altrui valori alla propria personalità; ……. amore eccessivo ed esclusivo di sé stesso o valutazione esagerata delle proprie prerogative ……. subordinazione delle altrui esigenze alle proprie e alla esclusione del prossimo dal godimento dei beni posseduti.

Si pensa all’egoista come ad una persona che è l’equivalente dell’arroganza, al riccone che gira in barca con i pomelli del bagno dello yacht smaltati di oro,  allo sfruttatore di esseri umani per soldi, al contrabbandiere che non guarda in faccia nessuno; l’egoismo è molto più umano, molto più diffuso, molto più subdolo.

E’ il collega di lavoro che guarda solo se stesso senza pensare che con certi atteggiamenti mette in difficoltà altre persone. E’ il malato che decide di non provare tutte le cure e dare voce alla sua Vittima interiore per restare nella condizione di malattia ed avere al proprio capezzale – guinzaglio i famigliari. Sono le persone che con tecniche di manipolazione emotiva usano il ricatto per tenersi qualcuno vicino. E’: “io faccio qualcosa per te SOLO SE tu fai qualcosa per me”. Egoismo è usare i propri figli come arma contro il partner o l’ex partner senza pensare alle conseguenze sull’educazione che questi riceveranno. Egoismo è tenere animali da compagnia in casa stile soprammobile vivente quando la casa o le condizioni sono inadeguate per un animale; egoismo è tenere piante ad alto fusto in un vaso e lasciarle ad un futuro di morte certa piuttosto  che trapiantarle in un luogo adatto. Egoismo è dire e ridire quello che l'”IO” ha fatto per sentirsi riconosciuti da un superiore, da un genitore, dall’autorità. Egoismo è tenere al guinzaglio corto il partner con la minaccia di lasciarlo se solo “pensa” a qualcun altro.

L’egoismo è contrapposto all’Amore. E’ difficile trascendere l’egoismo, ma non impossibile. Ad un certo punto bisogna dar spazio al cuore e lasciare agire lui.

Per chi ha voglia di sbarazzarsi di un atteggiamento egoista, basterebbe iniziare a pensare onestamente e diversamente:

– Se sono malato qualcuno si dovrà sacrificare e venire all’ospedale tutti i giorni per assistermi. Quanto gli costerà questo sacrificio? In termini di tempo, di organizzazione, di vita personale, quanto gli potrà costare, indipendentemente dal fatto che mi vuole bene?

– Se resto nel lutto e smetto di vivere la vita, quanto peserà sul resto della mia famiglia, sul partner, sui genitori, su chi resta?

– Se mi permetto di fregare il mio collega ogni volta, passando sopra ai suoi diritti – che sono anche i miei – chi mi dice che se avrò bisogno lui potrà essere disponibile nei miei confronti? Forse meglio collaborare, aiutarsi, venirsi incontro? Per quale motivo cerco di fregarlo?

– Quale esempio di vita personale assicuro ai miei figli facendogli fare da cuscinetto tra me e l’ex partner ogni volta che litighiamo? Che esempio sto dando? La separazione è un fatto personale tra me e l’altro, perché coinvolgo i figli in un processo in cui loro non hanno colpe? Non temo che questo atteggiamento possa avere ripercussioni sulle loro relazioni future? Perché non mi pongo il problema del loro futuro di coppia da adulti?

– Posso permettermi di tenere un animale da appartamento tappato in casa, sacrificando la sua vera natura per colmare i miei vuoti interiori? Per quale motivo lo voglio a tutti i costi? Gli farà bene vivere senza la sua libertà, seppur limitata ad un contesto urbano? Sarà un animale felice in ogni caso?

– Se il giardiniere mi ha dato un consiglio sul trapianto di un albero al quale sono affezionato dicendomi che sarà destinato a morire se lo lascio nella condizione attuale, perché non lo lascio nel suo contesto e gli permetto di vivere? Cosa mi spinge a evitare di staccarmi da questo essere vivente pur di averlo davanti agli occhi? Il suo futuro è al sicuro?

E ad agire diversamente; ecco i rimedi floreali che aiutano a sbarazzarsi di atteggiamenti egoisti.

BLEEDING HEART (fiore Californiano): per abbandonare attaccamenti che si hanno nei confronti del partner; permette di vivere il distacco e la sofferenza del distacco, vivere il lutto interiore (indipendentemente dal fatto che qualcuno sia morto fisicamente: anche una separazione è vissuta dalla personalità come un lutto), passarci attraverso ed elaborare la morte, in qualsiasi forma essa la si percepisca. Solo così si può tornare alla Vita: trasformare forme di attaccamento che legano l’altro in accoglienza verso l’altro e libertà verso se stessi. Di aiuto anche Angel Trumpet.

WILLOW (fiore di Bach): avere la responsabilità della propria vita, in particolare in caso di malattia; decidere se si vuole restare o andare dall’altra parte assumendosi tutte le responsabilità del caso. Rimedio particolarmente utile per le lamentele continue di ciò che non funziona (di solito negli altri, secondo lo stato Willow negativo).

SUNFLOWER (fiore californiano): lavorare sul terzo Chakra, il plesso solare e sede dell’Ego; in questo centro energetico si trovano: arroganza e sottomissione, uno ai poli opposti dell’altro, dove l’umiltà ne è il sottile equilibrio. Sunflower è per quelle persone che hanno vissuto negativamente la figura paterna, sia che ci sia stata fisicamente, sia che sia stata assente – fisicamente o emotivamente. Ripristina le forze sane dell’Ego, l’autorevolezza interiore, aiuta a smettere di essere succubi dall’approvazione altrui (l’autorità), a ritrovare un proprio lato maschile equilibrato – sia per uomini che per donne.

CHICORY (fiore di Bach): rimedio tipico di chi si atteggia con un ricatto emotivo nei confronti degli altri. Purtroppo è spesso l’atteggiamento dei genitori nei confronti dei figli, ma anche tra partner e tra amici (adolescenti). Il tipo Chicory afferma:

Io ho fatto tutto questo per te e guarda qual’è la tua riconoscenza! 

Questo atteggiamento provoca inevitabilmente (escludendo chi ne è pienamente consapevole) un senso di colpa che terrà legate le persone al modello vittima – carnefice. Sarà quindi un legame basato sul ricatto, non sull’Amore incondizionato. Il tipo Chicory necessita di riempitivi per il suo cuore ma non sa che con l’atto del ricatto emotivo creerà dei finti “attaccamenti” o amori illusori. E’ certo difficile Amare una persona e lasciarla libera, ma come per gli animali, se si sentono liberi e sicuri nel proprio posto, non fuggiranno. Chicory è un risanatore di Amore incondizionato per chi ha ricevuto carenze affettive profonde.

HOLLY (fiore di Bach): provoca l’ apertura del cuore, il senso di compassione, l’amore per gli altri oltre l’egoismo, l’invidia, l’individualismo; superamento dell’Io. Sanifica il Chakra del Cuore.

HEATHER (fiore di Bach): se si trattasse di una leggenda greca, Heather sarebbe il figlio – e il risultato – di Chicory. Uno la conseguenza dell’altro. Privato di un amore incondizionato e cresciuto con un amore possessivo, Heather fa tutto suo, si occupa solo dei suoi problemi ed evita quelli degli altri; il suo motto è: venuto io, venuti tutti. (In dialetto modenese suona meglio … n.d.r.). Heather è l’egoista, l’invidioso vittima di se stesso e dei suoi atteggiamenti, non si preoccupa minimamente di chi gli è accanto. Soddisfatti i propri bisogni primari escludendo tutto il resto. Heather teme la perdita dei suoi bisogni elementari, necessita di essere al centro dell’attenzione, di essere prima donna. Il Rimedio riporta ad una autosufficienza emotiva, ristabilisce il terzo Chakra, riequilibra l’Ego in eccesso, riporta tranquillità interiore. Non c’è bisogno di dover padroneggiare sugli altri o prima degli altri per sentirsi al sicuro.

STAR THISTLE (fiore Californiano): si identifica con un senso del possesso che tradotto diventa avarizia. Avarizia è sinonimo di precarietà anche quando ci sono i beni necessari alla sopravvivenza. L’avaro è il milionario che teme di perdere tutto così come il povero che non ha nulla e quel poco che racimola lo rende schiavo. L’avarizia corrisponde all’aridità interiore, al vuoto affettivo apparentemente incolmabile. Il vuoto interiore viene colmato da possedimenti materiali e dal denaro, sia che esso ci sia, sia che esso sia carente, come prima forma di sopravvivenza – l’ossessione per il cibo, la casa, l’automobile. Questo Rimedio è fortemente “riempitivo” in un senso di abbondanza nel significato più ampio del termine.

Ad ognuno il proprio Fiore.

Il vero Amore Incondizionato l’ho visto negli occhi di un cane mentre guarda il suo padrone. Dovremmo tutti, ogni tanto, osservare il mondo in quel modo. 

SUNFLOWER


Pubblicato da

silviagoel

Natural Solutions for Plants, Animals, Humans

Un commento su “Le facce dell’Egoismo”

  1. Brava Silvia un articolo davvero interessante che fotografa l’egoismo e la volontà delle persone di rimanere ancorati al passato, complimenti.

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