Molte persone ieri o nei giorni scorsi avranno fatto rituali per annunciare l’arrivo della primavera, della prosperità, la fine dell’inverno (che non c’è stato) e molti altri hanno dimenticato questo passaggio rituale che avviene comunque, sia che ci si ricordi che non, semplicemente andando avanti con i giorni del calendario, il lavoro, la quotidianità. Io ho fatto gli auguri di un buon inizio primavera alle persone che sentivo quel giorno o vedevo quel giorno.
La domenica precedente però, il 20 marzo, ho voluto passare il pomeriggio in un parco storico della provincia di Modena, sdraiarmi sull’erba, sentire il contatto con la terra, che è rigenerante, dormire e leggere un libro. La Natura è quanto mai la cosa più rilassante che esiste. L’erbetta verde smeraldo, la prima che cresce, è piena di acqua e le foglie sono turgide, l’odore dell’erba tagliata evoca qualcosa, non ho ancora ben capito cosa, ma di piacevole e mi fa ricordare quando ero bambina che ci si nascondeva nell’erba alta, quella che tagliava le dita se non si stava attenti a raccoglierla.
Quella domenica ho osservato le prime fioriture del momento: il biancospino, fiore bianco piccolo che si vede cespuglioso tra i prati, i fossati, le colline, impossibile non notarlo. Il biancospino è un potentissimo cardiotonico, un vasodilatatore, un antispasmodico detto anche “la valeriana del cuore”. Si apre la primavera e la prima cosa che la Natura ci da, è un rilassante per il cuore. Niente male, eh? Per aprirci alla nuova nascita, alla nuova stagione, prepararci con piacere e gioia ai nuovi arrivi, anche all’amore.
Ho visto una bellissima fioritura di Prunus Cerasifera e la famiglia dei prugnoli, dai fiori bianco – rosati con un profumo intenso di … ormoni primaverili, ma come si fa a resistere? Stando sotto l’albero che sembrava di neve, un cappello bianco di fiori che al soffio del vento lasciava cadere qualche petalo. Cherry Plum, detta all’inglese, il rimedio che Bach trovò essere utile per integrare il lato ombra. L’ombra da cui veniamo, il buio dell’inverno, il buio dell’anima che è rinchiusa in se stessa e vorrebbe uscire e fare o essere altro, ma qualcosa non glielo consente, forse il buon senso o forse false morali che ingabbiano gli individui e li rendono schiavi di se stessi. Ma quel lato ombra va riconosciuto, visto, integrato e proprio durante l’inizio della primavera, questo fiore simboleggia apertura, inclusione come di un grande abbraccio, non si può rimanere a bocca chiusa osservando un Cherry Plum in fiore, questo significa che non si può restare a bocca chiusa osservando una parte di se stessi che finalmente è stata portata alla luce. Cosa c’è di più luminoso di un prugnolo fiorito dopo l’inverno?
E poi la forsizia gialla, fiore accompagnato dal suo antagonista, il cotogno giapponese, Chaenomeles japonica, Quince per i fiori californiani Fes. Il cotogno rappresenta l’integrazione della parte maschile con la parte femminile e viceversa, l’equilibrio delle parti, l’amore degli opposti. E, ditemi, cosa c’è di più amorevole in primavera se non la manifestazione di Venere allo stato puro nell’essenza della Natura? L’unione delle parti grazie alle quali tutto nasce. Prima – Vera, la cui radice sembra derivare dal sanscrito Vas che significa ardere, splendere e alla quale si è ricollegato al latino Vesta, la dea del focolare domestico. Ma la primavera è innanzitutto Venere, la dea alchemica degli elementi che si uniscono e danno frutti.
L’Amore è Alchimia degli elementi.